FARE LA PIPÌ SOTTO LA DOCCIA ÈUN ATTO POLITICO (LO DICEVO GIÀ 30 ANNI FA)
Il Municipio di Oslo invita i norvegesi a risparmiare acqua, al mattino, evitando di tirare inutilmente lo sciacquone. E noi? Io lo scrivevo nel 1989, suscitando battute e ilarità. Eppure ora è chiaro a tutti: è dai nostri comportamenti quotidiani che dobbiamo partire per salvare il Pianeta
sera, prima di andare a letto, lavanda ai piedi. Doccia, mai».
In quegli anni mi concedevo un bagno con poca acqua scaldata con il gas (allora andavo in bicicletta per la città) solo il sabato. Oggi, una volta al mese e anche meno spesso, anche perché, alla mia età — ho compiuto 85 anni a settembre —, lo sport e le altre faticose attività corporee sono meno praticate. La ragione di questo comportamento sta nella presenza, sul nostro corpo, di una “crema protettiva e idratante”, come la definisce il chimico Gianni Proserpio. Questa difesa idrolipidica, scrive, «può fare invidia per efficacia, equilibrio chimico e azione di difesa della salute, a tutti i preparati della moderna cosmesi», e meglio delle creme idratanti che furoreggiano nelle pubblicità dei adoperavo anche per correggere i disegni in inchiostro di china da architetto, adopero un efficiente attrezzo a due lame con testina cambiabile. Ricavo la schiuma da un grosso e cubico sapone maghrebino bruno donatomi da un amico e un pennello di pelo di tasso che uso da molti anni, sempre con un pensiero reverente al povero mustelide che me lo ha fornito. Dopo la rasatura non uso dopobarba. Un po’ per consentire alla pelle di ricostituire la difesa idrolipidica di cui ho parlato, un po’ per il ricordo di olezzi di dopobarba (uniti a quelli di deodorante) che assillano in autobus e in metro. Lavo i denti dopo ogni pasto, iniziando con la prima colazione (è inutile lavarseli appena alzati, come fa la maggioranza), non lasciando il rubinetto aperto durante l’operazione.