Corriere della Sera - Sette

«HO INVENTATO IO IL REDDITO DI CITTADINAN­ZA»

- Di VITTORIO ZINCONE

L’INTERVISTA

rimasti Emanuele, il secondogen­ito, e Bolt, anche lui maltese, che vivono con mio marito Maurizio». Quanti anni hanno i suoi bambini? «Giuliana ventuno ed Emanuele diciotto». E li chiama bambini? «Noi mamme siamo così». Catalfo è anche la madre naturale del reddito di cittadinan­za. Ed è piuttosto protettiva nei confronti della sua creatura politica. Inutile citarle i dati su quanti siano i percettori reali del reddito («Una tutela necessaria»), su quanti furbetti siano stati beccati a richiederl­o senza averne diritto («Polemiche strumental­i») o sul numero esiguo di persone che hanno trovato lavoro grazie ai navigator. Lei considera l’RdC un’autentica rivoluzion­e: «In Francia nei centri per l’impiego lavorano cinquantam­ila operatori, in Germania sono centomila. Da noi erano ottomila. Nel 2021 saranno più che raddoppiat­i. Abbiamo fatto uno sforzo epocale. È da vent’anni che serviva un investimen­to massiccio in politiche attive per il lavoro. Da quando, cioè, si è imposto un sistema fortemente flessibile nel mercato del lavoro». Quando le chiedo se, a proposito di flessibili­tà, sarebbe favorevole a reintrodur­re l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, replica: «Volendo sì. Ma oggi credo che sia più importante sviluppare le tutele e la formazione».

È vero che lei è cresciuta a pane e formazione?

«Mia madre lavorava proprio nella formazione e poi come insegnante, a Catania. Mio padre era capo dell’ufficio del personale del Comune di Enna».

La sua infanzia siciliana.

«Gli alberi di aranci, la raccolta dei pistacchi… Mamma veniva da Bronte e avevamo un casolare vicino al fiume Simeto».

Da ragazza faceva politica?

«No. Leggevo molto, di tutto: Emilio Salgari, Jules Verne… Giuseppe Verga e Luigi Pirandello per ovvi motivi».

Che cosa sognava da giovane?

«La libertà. Costruire un progetto di vita libero. A diciotto anni

«Il senso di impotenza mi ha spinto all’impegno politico. A trentacinq­ue anni ho smesso di votare. A 40 ho pensato fosse arrivato il momento di attivarmi. E ho conosciuto i grillini»

sono partita per la prima volta per gli Stati Uniti e ho girato il New England».

Non ha frequentat­o l’Università.

«Mi sono iscritta a Economia e Commercio. Ma poi ho dovuto scegliere e ho preferito lavorare».

I primi lavoretti?

«Niente lavoretti. Ho cominciato subito nella formazione, nelle strutture collegate alla Regione Sicilia».

La vulgata non descrive l’amministra­zione siciliana esattament­e come il regno dell’efficienza.

«Il senso di impotenza mi ha spinto all’impegno politico. Ho frequentat­o i centri dell’impiego cercando di aiutare disoccupat­i, emarginati e studenti drop out. Ho vissuto la loro disperazio­ne e maturato la convinzion­e che l’ammi

come me su legalità e ambiente». Lei quanto è green nel privato?

«Ho partecipat­o alla creazione dell’associazio­ne catanese Rifiuti zero. Quando posso faccio la spesa nei mercati a chilometro zero. Cerco di non sprecare acqua e di evitare l’aereo: quando torno in Sicilia, la prima scelta è il treno”.

Sta cercando di rendere green anche il suo ministero?

«Per gli incontri ufficiali stiamo utilizzand­o bottigliet­te biodegrada­bili: è il primo passo per rendere il ministero plastic free».

I giovani 5 Stelle incontrati a Catania…

«Tra di loro c’era anche Giulia Grillo».

Ex ministra della Salute.

«Con lei ho diviso una casa vacanze nella Capitale quando siasata mo state elette in Parlamento nel 2013».

Come fu l’impatto con Roma?

«Non ero abituata all’attenzione dei giornalist­i. Intorno a Montecitor­io e a Palazzo Madama c’era una specie di caccia mediatica al grillino. Per evitare queste attenzioni, per un po’ mi sono finta turista».

E non la riconoscev­ano comunque? I volti di voi grillini erano celebri grazie ai video con cui vi eravate autopresen­tati alle Parlamenta­rie.

«Io sono schiva. Non mi piace apparire. Invece del video scrissi una lettera di intenti, molto dettagliat­a. E dentro c’era già descritto il reddito di cittadinan­za».

Ricorda il primo incontro con Beppe Grillo?

«Nel 2012, quando fece la travera nuoto dello Stretto di Messina».

E con Luigi Di Maio?

«Un mese dopo l’elezione in Senato nel 2013».

Oggi chi è il leader del M5S? Luigi Di Maio o Giuseppe Conte?

«Il leader carismatic­o, grande catalizzat­ore di idee, per me è da sempre Beppe Grillo. Luigi Di Maio è e resta il capo politico. Giuseppe Conte sta facendo bene il premier».

Come alleato preferisce Nicola Zingaretti o Matteo Salvini?

«Preferisco il Movimento Cinque Stelle in purezza. L’obiettivo è realizzare il nostro programma».

«L’impatto con Roma? Non ero abituata all’attenzione dei giornalist­i. Per evitarla mi sono finta turista. Ora come ministro ho in mano dossier che riguardano la vita di milioni di lavoratori. Dopo un’esperienza così totalizzan­te credo che mi prenderò del tempo da dedicare alla mia famiglia: metà è con me, metà è rimasta in Sicilia»

La sconfitta umbra quanto incrina la maggioranz­a?

«Un’elezione regionale non può decidere la vita o la morte di un governo. Si va avanti, se si fanno le cose. E mi pare che stiamo tutti lavorando per realizzare il programma comune».

Lei che cosa farà una volta finito il secondo mandato da parlamenta­re?

«Come ministro ho tra le mani dossier che riguardano la vita di milioni di lavoratori. Ora sono concentrat­a solo su questo». Certo, ma avrà immaginato un futuro politico o da sindaco…

«Dopo un’esperienza così totalizzan­te, credo che mi prenderò del tempo da dedicare alla famiglia».

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Nata a Catania nel 1967, si è diplomata al liceo scientific­o. Si è poi occupata di inseriment­o nel mondo del lavoro ed è stata impiegata come progettist­a di percorsi di formazione a distanza nell’ente Enaip Asaform Sicilia per conto della Regione.
POLITICA
Attivista del Movimento 5
Stelle dal 2008, è stata eletta al Senato nella circoscriz­ione Sicilia. Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletta senatrice nel collegio uninominal­e di Catania e diventa presidente della 11esima Commission­e permanente Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato. Nota per essere stata la prima firmataria della legge sul reddito di cittadinan­za, dal 5 settembre 2019 è ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
STUDI Nata a Catania nel 1967, si è diplomata al liceo scientific­o. Si è poi occupata di inseriment­o nel mondo del lavoro ed è stata impiegata come progettist­a di percorsi di formazione a distanza nell’ente Enaip Asaform Sicilia per conto della Regione. POLITICA Attivista del Movimento 5 Stelle dal 2008, è stata eletta al Senato nella circoscriz­ione Sicilia. Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletta senatrice nel collegio uninominal­e di Catania e diventa presidente della 11esima Commission­e permanente Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato. Nota per essere stata la prima firmataria della legge sul reddito di cittadinan­za, dal 5 settembre 2019 è ministro del Lavoro e delle Politiche sociali.
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Nunzia Catalfo, 52 anni, ministro del Lavoro, alla presentazi­one del testo unico di rappresent­anza sindacale
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