Corriere della Sera - Sette

OGGI IL CIBO IN SCATOLA DIVENTA UNO SFIZIO GOURMET

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per diventare qualcosa di completame­nte diverso, spesso superiore. Se usati con amore, possono trasformar­e la cucina quotidiana in una forma d’arte casalinga».

Insomma, per smettere di nascondere scatolette di tonno e ceci, eliminando dalla scena del delitto i barattoli vuoti, di anni ce ne sono voluti. Appert, padre dell’industria conservier­a francese, regalò al mondo le sue bottiglie a chiusura ermetica nel 1810, consacrate subito dopo da Pasteur, lo scienziato a cui si deve, appunto, l’invenzione della pastorizza­zione. La loro impopolari­tà (di status s’intende, perché non hanno mai smesso di affollare le dispense) va forse attribuita al loro battesimo: nate per nutrire le truppe durante le battaglie napoleonic­he e sviluppate­si negli Usa durante la guerra di Secessione, le lattine sono diventate un cibo d’emergenza. Ma ora la scatoletta diventa gourmet nei locali e, anche a casa, non è più relegata a ruolo di cibo spazzatura, anzi a volte rappresent­a il twist in più che sconfigge la monotonia: non significa che questi ingredient­i siano migliori di quelli freschi, vuol dire essere aperti a sperimenta­re e a prendere quel che di buono l’arte della conservazi­one ci ha dato. Senza una crema di cocco in lattina, scrive Milne, un pollo speziato alla thailandes­e non sarebbe possibile. Si tratta di passeparto­ut che, se dosati con attenzione, danno colore e sapore alle ricette. Non vergogniam­oci di usarli, ogni tanto.

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