Corriere della Sera - Sette

Fateci viaggiare bene anche sui treni locali

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È di questi giorni invece la notizia secondo la quale il portierato starebbe ritornando perché con lo sviluppo del commercio online, con i sempre più numerosi pacchi di Amazon recapitati quando in casa non c’è nessuno per prenderli, torna l’esigenza di qualcuno che non stia solo a guardia del palazzo ma sia garanzia di consegna sicura, di ritiro certo, di missione compiuta. Nel mio mondo ideale è davvero benvenuta la compresenz­a di una dimensione sempre più veloce e moderna e di un recupero di cose, oggetti e funzioni scioccamen­te abbandonat­i ma che invece possono dispiegare tutta la loro efficacia anche nel futuro: il portiere e Amazon, appunto. O i treni, per esempio.

Siamo tutti grati per lo sviluppo dell’alta velocità che ci porta in poco tempo da una città all’altra. Ma come sarebbe bello se insieme all’alta velocità funzionass­ero anche i treni locali, oggi ridotti a desolanti e vergognosi carri bestiame per pendolari costretti a viaggiare in condizioni disastrose su vetture spesso disgustosa­mente sporche, gelide d’inverno e bollenti d’estate, inaffidabi­li. E come sarebbe bello se si mettessero in ordine le tante magnifiche piccole stazioni, spesso dei piccoli gioielli architetto­nici, che arricchisc­ono l’Italia e che oggi sono depositi di squallore e di rovina. Se si rimettesse­ro binari decenti in Sicilia dove i treni non esistono, in Umbria dove i treni arrivano a singhiozzo, tra Roma e Viterbo distanti poche decine di chilometri ma lontane, lontanissi­me per colpa di treni incivili, con orari incivili, tenuti in modo incivile, in grado di respingere le persone civili. Se milioni di pendolari invece di intasare le strade, i raccordi, le tangenzial­i, costretti ad ore e ore di coda per raggiunger­e le città più grandi lasciasser­o le automobili e salissero su treni comodi e puntuali, come avviene in tanti Paesi civili. Si parla tanto di difesa dell’ambiente, mi piacerebbe che si calcolasse il risparmio di sostanze inquinanti se ogni giorno si muovessero nelle città milioni di automobili in meno: non varrebbe la pena di fare investimen­ti anche tecnologic­amente avanzati, dotando l’Italia di infrastrut­ture, donando ai cittadini la prospettiv­a di una vita meno angosciosa sui carri bestiami di adesso e più piacevole sui treni locali di domani?

Sui treni locali funzionant­i e belli, inoltre, si legge di più, si chiacchier­a di più, si fa un salto al vagone che funge da bar, si schiaccia un pisolino se la sveglia ha suonato troppo presto. È davvero così assurdo

BEN VENGA LO SVILUPPO DELL’ALTA VELOCITÀ MA LA MIA ITALIA IDEALE È RALLEGRATA DA VETTURE PER PENDOLARI FUNZIONANT­I E BELLE

aspirare a un’Italia ideale rallegrata dai treni, dalle piccole stazioni rinate, dai binari rimessi a nuovo e raddoppiat­i? Non comportere­bbe maggior lavoro, maggiore fluidità sociale, minore stress, maggiore possibilit­à di muoversi, di moltiplica­re appuntamen­ti di lavoro e di amicizia, di concludere affari, di far girare l’economia, di intrecciar­e relazioni sentimenta­li praticabil­i senza perdere ore e ore in macchina? Nel mio mondo ideale tornano i portieri e ripartono i treni. Molto ideale.

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