Corriere della Sera - Sette

Mia sorella, un’estranea, e adesso?

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Caro Massimo, l’amore non c’entra: il problema, a oltre 60 anni, è quello che ho con mia sorella. Lei ha qualche anno più di me, viviamo nella stessa città a poche vie di distanza ma, a eccezione di feste comandate, compleanni e ricorrenze di famiglia, ci vediamo pochissimo. Non siamo mai state molto intime, malgrado l’affetto che (almeno credo!) abbiamo l’una per l’altra, e io ho sempre pensato fosse a causa delle nostre differenze caratteria­li che ci hanno portate ad avere vite molto diverse. Io aperta e spigliata, separata e senza figli, in pensione ma piena di impegni, viaggi e interessi; lei più chiusa e introversa, con una famiglia unita (un marito, due figli grandi), anche lei in pensione ma più “sedentaria”. Insomma, pensavo che nessuna di noi due ci tenesse più di tanto a essere amica, oltre che sorella. Per questo, all’infuori di qualche chiacchier­a generica ed estemporan­ea, non ho coltivato il nostro rapporto. Non sono mai andata a fondo, ecco. Di recente, però, durante una discussion­e sui bilanci delle nostre vite, lei mi ha accusata di non esserle mai stata davvero vicina e di essermi sempre disinteres­sata delle sue scelte. Non avevo mai visto le cose sotto questo aspetto e sono rimasta basita prima e delusa, da me stessa, poi: non me n’ero accorta, ho sempre dato per scontato che il nostro rapporto così com’era andasse bene a entrambe. Al di là del giusto esame di coscienza, che mi sto già facendo, vorrei sapere come posso ripartire: forse c’è ancora tempo per costruire un legame più stretto. O è troppo tardi?

Alma

IL TEMA SPECIFICO mi coglie impreparat­o: da figlio unico, ho sempre idealizzat­o le relazioni tra parenti stretti. Proprio perché desideravo un fratello o una sorella, mi sembrava incredibil­e che chi l’aveva non ci andasse d’accordo. Però il quesito generale che tu sollevi riguarda davvero tutti. Proverei a formularlo così: è possibile recuperare un rapporto compromess­o, deteriorat­o o addirittur­a, come nel vostro caso, mai maturato? Cominciamo col dire che i fatti hanno una loro forza persuasiva, difficile da eludere. Se due sorelle si frequentan­o senza conoscersi per ben sessant’anni, significa che esiste un problema vero, non un capriccio o un malinteso. E quasi sempre si tratta di un problema di comunicazi­one. Non so tu, ma io ho disseminat­o troppe mie relazioni interperso­nali di non-detti. L’incomprens­ione è una ferita lieve che, se trascurata, manda il rapporto in cancrena. Si alimenta di pregiudizi, timidezze, superficia­lità e tanta distrazion­e. Una delle massime esistenzia­li più profonde e disattese recita: “Solo ciò su cui ti concentri cresce”. Ma la vita ci costringe a stabilire delle priorità e così finiamo per lasciare indietro le situazioni che ci sembrano meno urgenti o, banalmente, meno utili.

Esiste poi, sarebbe ipocrita negarlo, una possibile incompatib­ilità tra noi e gli altri, sopraggiun­ta o addirittur­a pregressa. Una sorta di codice morale buonista impone di essere empatici con chi ci è cresciuto accanto, ma non sta scritto da nessuna parte che io debba frequentar­e assiduamen­te una persona di cui non ho mai condiviso (o ho smesso di condivider­e) le sensibilit­à. Siamo anime in movimento, per fortuna, e sarà capitato anche a te di rivedere una vecchia amica o un vecchio amore e scoprire di non avere più nulla da dirgli. Può succedere anche tra fratelli e sorelle, credo, senza che per questo uno si debba sentire in colpa. L’ideale sarebbe dirselo, definire i rapporti in modo chiaro, onesto e non polemico. Invece mol

«ORA, CHE ABBIAMO PASSATO I 60 ANNI, MI HA ACCUSATA DI NON ESSERLE MAI STATA DAVVERO VICINA. C’È ANCORA TEMPO PER RECUPERARE?»

ti preferisco­no scappare dal confronto e dal conflitto, e adagiare amicizie e relazioni di parentela in una dimensione ambigua, che consenta di continuare a scambiarsi gli auguri di Natale senza farsi troppo male.

Adesso tua sorella ti rinfaccia di averla trascurata. Ma se la tua attenzione le fosse davvero mancata, non credi che te ne avrebbe parlato prima? E mentre si lamenta per la tua assenza nella sua vita, perché non si chiede contestual­mente se anche lei non abbia latitato un po’ troppo nella tua? Il copione prevede che io ti suggerisca di chiamarla per proporle una vacanza insieme. E in effetti una terapia intensiva e choccante è sempre un buon sistema per rimuovere le incrostazi­oni. Però va messa in atto al momento giusto. Concepita a freddo, potrebbe produrre risultati negativi o, peggio, insipidi. La vita è un oceano e noi siamo surfisti che lo scrutano in attesa dell’onda su cui montare. Il consiglio che mi sento di darti è lo stesso che rivolgerei a me stesso: non avere fretta di sanare quella ferita dimenticat­a che improvvisa­mente ti ha scatenato dei sensi di colpa. Concentrat­i sul problema, e aspetta che sia la vita a offrirti l’occasione giusta per lanciare un amo di affetto a tua sorella. Fidati della vita, è una scrittrice piena di risorse. Ne avrà di sicuro una in serbo anche per voi.

L’occasione persa

Caro Massimo, ho 27 anni e vivo all’estero da tre. Pochi mesi dopo essermi trasferita, trovai il coraggio di lasciare il mio ragazzo, con il quale portavo avanti una storia da ben nove anni. Dopo sono rimasta sola e, come in una maledizion­e, non sono più riuscita a trovare qualcuno. Poi incontro lui. Tutto sembra perfetto, ma dopo un po’ dice che non si sente pronto per una relazione. Ho passato giorni di dolore insopporta­bile, ma poi c’è stata la svolta e ora sto bene. È un lieto fine? Purtroppo continuo a pensare a lui, a questa occasione persa, a come sarebbe andata se solo io e lui ci fossimo incontrati nel momento giusto. Non solo, l’eventualit­à di poterlo incontrare in posti che frequentia­mo entrambi mi provoca il ritorno degli attacchi di panico.

Non riesco a lasciarla andare

Giuliana

Caro Massimo, ho 24 anni, a 19 anni ero felice, non mi mancava niente e così decido di partire a studiare fuori sede. È stato un disastro. In questa piccola ma grande depression­e conosco Noemi. Siamo entrambi molto soli e tra di noi comincia una storia fatta di tante ore passate insieme e di grandi discorsi introspett­ivi. Purtroppo non credo di poter realizzare la felicità con lei: credo rimarremmo ancorati al tipo di relazione da “tipica” coppia sola che si dimentica del mondo e che non ha altro nella vita al di fuori di quella persona. L’ho allontanat­a, per ora, ma non riesco veramente a lasciarla andare. Perché?

Vincenzo

CONCENTRAT­I SUL PROBLEMA E ASPETTA CHE SIA LA VITA A OFFRIRTI L’OCCASIONE GIUSTA PER LANCIARE UN AMO

DI AFFETTO

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