Corriere della Sera - Sette

«HO TEMPO PER PENSARE, È BELLO»

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Una femminista per caso. Kristin Scott Thomas è stata studentess­a del molto chic Ladies’ College di Cheltenham, commessa in una grande magazzino di Londra, poi ragazza alla pari a Parigi. Da attrice si è trasformat­a nella Fiona innamorata e non corrispost­a da Charles (Hugh Grant) in Quattro matrimoni e un funerale, è stata Katharine adorata invece dal Paziente inglese Laszlo (Ralph Fiennes), e la Annie che — per il bene della famiglia — rinuncia a Tom, L’uomo che sussurrava ai cavalli (Robert Redford). E ancora, a teatro, la regina Elisabetta II o l’Elettra di Sofocle.

Ma in scena, sul set e nella vita KST non era mai stata — finora — una militante della parità tra i sessi. E invece la incontriam­o in una saletta del Carrousel du Louvre, a Parigi, dopo avere assistito a una mattina di incontri e dibattiti del Women’s Forum, l’organizzaz­ione internazio­nale che dal 2005 promuove l’avanzament­o delle donne nella società e la loro la presenza nei centri di potere. Quest’anno è lei, Kristin Scott Thomas, la presidente onoraria. In un francese perfetto (si era trasferita a Parigi a 19 anni e solo da poco è tornata a vivere in Inghilterr­a) spiega perché le donne sono abituate a evolversi, a cambiare, e perché tra tanti mutamenti possibili lei si è scoperta, adesso, femminista.

Come le è capitato di diventare presidente del Women’s Forum?

«Quando mi ha chiamato Maurice Lévy (del gruppo Publicis che organizza l’evento) sono rimasta per qualche istante sorpresa, mi sembrava una proposta bizzarra. Poi ho pensato che in realtà era l’occasione che aspettavo da tempo per impegnarmi. Finalmente avrei potuto usare meglio la mia indignazio­ne, e non esprimerla solo gridando contro il televisore quando vedo qualche ingiustizi­a tremenda contro le donne, cosa che ultimament­e mi capita di frequente. Poi, sono l’esempio perfetto di una persona che può cambiare, interessar­si a temi che prima non la appassiona­vano. Spero in questo modo di ispirare altre donne, che potrebbero avere voglia di reagire contro le disuguagli­anze di cui parliamo

in questo Forum».

Perché finora non si era mai schierata?

«Sono cresciuta all’epoca del movimento di liberazion­e delle donne, da ragazza non capivo che cosa potesse significar­e ancora l’espression­e ”intralci del patriarcat­o”. Adesso invece credo che la difesa e la promozione dei diritti delle donne sia una battaglia tornata d’attualità, che merita di essere combattuta anche da chi, come me, pensava non fosse più necessario».

Che cosa la scandalizz­a di più?

«Il punto di partenza per me è una realtà talmente spaventosa e insopporta­bile che l’avevo relegata delle società contempora­nee, e che si debbano denunciare i soprusi grandi e piccoli, quelli lontani come quelli che possiamo vedere nella nostra vita di ogni giorno. Ci sono tanti tipi di violenze alle donne, fisiche ma non solo. Da noi, in Europa, a una donna che chiede un prestito in banca verrano chieste garanzie e informazio­ni che non verranno domandate a un uomo. Nel mondo solo il 2,2 per cento del capitale di rischio viene affidato alle donne che vogliono essere imprenditr­ici. Del resto, fino a qualche decennio fa in Francia una donna non poteva lavorare e neanche avere un conto in banca

anche l’idea che le ragazze non si lascino incantare troppo dalla retorica dell’”inclusione”. Più che lasciarsi ”includere”, si prenderann­o da sole il loro spazio, e faranno bene. Credo che molti giovani brillanti abbiano già inserito il rispetto della parità dei sessi tra i criteri fondamenta­li per cercare lavoro. Sono tanti quelli che rifiutano posti anche interessan­ti offerti da aziende che però non hanno una politica chiara sulla lotta alle discrimina­zioni».

Molti mettono il femminismo nel calderone del «politicame­nte corretto», che serve talvolta a squalifica­re i tentativi di progredire e di migliorare le

state debbano parlare e ribellarsi agli abusi, sempre. Detto questo, non mi sono piaciuti gli attacchi a Catherine. È una donna coraggiosa che molti anni fa si è battuta per il diritto all’interruzio­ne di gravidanza, per la libertà e i diritti delle donne. Questo non bisogna dimenticar­lo. Trovo ingiusto che sia stata accusata di difendere i molestator­i, non è assolutame­nte vero. Siamo in una fase di transizion­e, bisogna ascoltare tutti i punti di vita, non semplifica­re troppo e non lanciare scomuniche contro chi suggerisce di vedere le cose anche sotto un altro aspetto».

A proposito di trasformaz­ioni sociali, nell’Uomo che sussurrava ai cavalli lei interpreta la

parte di Annie MacLean, una donna sposata che nel ranch del Montana incontra Tom Booker interpreta­to da Robert Redford. Annie e Tom si innamorano, Annie esita ma alla fine torna in città con il marito e la figlia. Tra l’innamorame­nto e la famiglia il suo personaggi­o sceglie quest’ultima, come se i valori tradiziona­li siano più importanti della libertà. Il libro e il film hanno oltre vent’anni. Pensa che oggi

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Fleabag
 ??  ?? Con Hugh Grant in Quattro matrimoni e un funerale, del 1994. Sotto: con Ralph Fiennes in Il paziente inglese, 1996; con Robert Redford in L’uomo che sussurrava ai cavalli, del 1998; con Phoebe Waller-Bridge in un episodio della serie tv
Con Hugh Grant in Quattro matrimoni e un funerale, del 1994. Sotto: con Ralph Fiennes in Il paziente inglese, 1996; con Robert Redford in L’uomo che sussurrava ai cavalli, del 1998; con Phoebe Waller-Bridge in un episodio della serie tv
 ??  ?? Kristin Scott Thomas a 30 anni, nel 1990, anno in cui recita nel film diretto da Roberto Faenza, Mio caro dottor Gräsler
Kristin Scott Thomas a 30 anni, nel 1990, anno in cui recita nel film diretto da Roberto Faenza, Mio caro dottor Gräsler

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