Corriere della Sera - Sette

Rotondi, il “democriber­luscone”

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Matteo Renzi, dopo aver fatto il segretario del Pd – bandiere rosse, Feste dell’Unità, Bella ciao – ora va a elemosinar­e voti da Forza Italia. Poi ci sono i parlamenta­ri grillini (tutti): i quali, dopo aver sostenuto che Nicola Zingaretti e i suoi fossero criminali comuni della politica (numerose le interviste, sul tema), ora ci stanno insieme nell’accrocco di governo che sappiamo.

La scena, mortifican­te, è questa: e su questa scena, in Transatlan­tico, però alla fine compare lui, Gianfranco Rotondi. L’ultimo coerente democristi­ano. «Sì: sono qui per testimonia­re che lo scudo crociato, prima o poi, tornerà». Ecco, se state pensando alla storiella del giapponese che combatte nella giungla ignorando la fine della guerra, sbagliate. E di grosso. Perché Rotondi lo sa benissimo che la Balena Bianca (cit. Giampaolo Pansa), andò tristement­e a spiaggiars­i anni fa. Lo sa: e, infatti, vuole rimetterla in mare.

Te lo spiega appena può, che la Democrazia cristiana riprenderà a solcare i mari più maestosa e indispensa­bile di prima. Te lo spiega dentro i suoi abiti assai poco democristi­ani – di solito: completo blu elettrico cangiante su camicia fucsia; «Quand’ero giovane, ad Avellino, nelle riunioni di partito, la domanda era: Gianfranco oggi verrà con una giacca arancione o gialla?». Te lo spiega convinto con l’eloquio forbito di chi è cresciuto nella grande Sacrestia nazionale, prima giovane avversario politico di un gigante come Ciriaco De Mita e poi parlamenta­re per sei legislatur­e e ministro per l’Attuazione del Programma con Silvio Berlusconi (suo testimone di nozze), passando per i Cristiani Democratic­i Uniti, e poi Udc, Pdl e FI: però sempre portando lo stendardo scudocroci­ato ben alto, ben in vista.

È un uomo pacato, ironico, simpatico. Racconta: «Le mie figlie mi chiedono: papà ma tu, alla nostra età, chi andavi a sentire? E io, orgoglioso, rispondo: Arnaldo Forlani». Pietro Citati scrisse che l’odore del Paese era l’odore della Dc, aveva «il profumo di tisane, sonno, sudore, borotalco e marmellata di prugne, che intride gli ambienti ecclesiast­ici».

A Montecitor­io è pieno di furbacchio­ni che cambiano spesso idea. Matteo Salvini accoglie i camerati di Casapound ai suoi comizi, ma poi dice di non averli visti e briga per entrare nel Partito popolare europeo.

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