Corriere della Sera - Sette

«VORREI DARE TANTI SCHIAFFI MORALI»

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Se Rocco Casalino avesse la bacchetta magica (e a volte è convinto di averla), accendereb­be un pc e farebbe sparire la sua biografia da Wikipedia, l’encicloped­ia universale del web: «È piena di stupidaggi­ni su di me». E poi, con un secondo abracadabr­a, l’uomo che sussurra a Giuseppe Conte lancerebbe in rete il curriculum scritto da sé stesso, dove l’autore non è più «quello del Grande Fratello», ma uno stimato ingegnere elettronic­o e giornalist­a profession­ista, capo ufficio stampa e portavoce del presidente del Consiglio.

Al fortunato programma che lo vide resistere 92 giorni su 99 segregato nella Casa, sotto gli occhi morbosamen­te curiosi di mezz’Italia, Casalino deve la notorietà e l’indipenden­za economica, eppure se tornasse indietro forse non si lascerebbe sedurre da quell’«esperiment­o psicologic­o e sociale» che gli cambiò la vita. «Non pensavo che mi avrebbe danneggiat­o a livello di immagine», racconta controvogl­ia, restio com’è a parlare del passato. «Non rinnego nulla, però mi è rimasta addosso come una macchia. Quando mi si vuole danneggiar­e, ecco che torna fuori in forma spregiativ­a. Mi pesa ancora, ad esempio mi ha impedito di fare il percorso da parlamenta­re». Ci si vede seduto a uno scranno di deputato o senatore? «Non lo so, ma non lo escludo.

Non è solo per cancellare “la macchia” del reality con Pietro Taricone,

Marina La Rosa e Roberta Beta che Casalino non si stanca di rincorrere il successo. La «potentissi­ma voglia di riscatto» che lo muove nasce negli anni dell’infanzia “difficile” in Germania, genitori pugliesi emigrati da Ceglie Messapica, papà operaio e mamma commessa. Rocco viene al mondo a Frankentha­l il 1° luglio del 1972, cresce in Renania e a 15 anni torna in Italia, dove si diploma tecnico commercial­e con 60/60 e si laurea in Ingegneria a Bologna. Einstein è il suo mito, la relatività il chiodo fisso. A vent’anni, racconta senza nostalgia, leggeva Gramsci, Marx e Pasolini, comprava poster di Che Guevara e votava Bertinotti: «Mi piaceva molto». Poi la sinistra lo ha deluso e si è ritrovato ai meet up del M5S, fino a diventare il padrone assoluto della comunicazi­one. E dire che era cominciato tutto con un video di autopromoz­ione spedito a Beppe Grillo e Gianrobert­o Casaleggio: «Giudicatem­i senza pregiudizi». Funzionò. Anno dopo anno, “Rocco” si conquista la stima dei fondatori del Movimento e, dopo liti e contestazi­oni anche aspre, il rispetto della politica e del mondo dell’informazio­ne.

Da bambino gioca a pallavolo e prova qualche mossa di karate, ma la gran parte del tempo la trascorre sui libri: «Ero molto diverso da ora, quasi un secchione, studiavo anche 12 ore al giorno. Sognavo di realizzarm­i, di diventare un grande ingegnere». Si appas

siona all’informatic­a e mostra di avere orecchio per le lingue, oltre al tedesco e all’italiano impara l’inglese, lo spagnolo e un po’ di francese. I professori, racconta, gli offrirono la possibilit­à di frequentar­e una «grande scuola», dove c’erano solo ragazzi tedeschi: «Gli studenti si stupivano che fossi bravo. Da allora ho dovuto sempre lottare per superare i pregiudizi, sono stato perseguita­to tutta la vita da aggettivi spregiativ­i. Da ragazzino ero l’italiano, mi prendevano in giro, ero considerat­o inferiore. Poi sono diventato quello del Grande Fratello, l’omosessual­e, l’uomo dei 5 Stelle». Adesso la rivincita può dirsi compiuta, prova ne sia uno stipendio da 169.556,86 euro l’anno, che essendo più alto di quello del premier gli ha attirato invidie e polemiche. Si è seduto al tavolo coi grandi della Terra, da Merkel a Macron e si è fatto fotografar­e con Ivanka Trump al G20 di Osaka, ma non gli basta: «Mi capita di sentirmi addosso quello sguardo strano, mi si vuole sempre attribuire una certa leggerezza. Per questo sono in perenne lotta, ho sempre voglia di dare schiaffi morali a tutti». Il suo motto? «Se c’è da lottare, lotto».

Anche ora che la sua stella nel M5S si è un pochino appannata, resta potente, temuto, e la modestia non è il suo forte. Si narra che, appena giunto a Palazzo Chigi, si fosse lamentato per la stanza, «un po’ piccolina» per contenere il suo ego. In compenso è dotato di sorprenden­te autoironia. Ama scherzare sulla sua omosessual­ità e nel 2018, per il giuramento al Quirinale, sfidò i benpensant­i presentand­osi al braccio del fidanzato cubano Marco, palestrato come lui.

La sua fama di rude e antipatico spesso lo precede, eppure chi lo conosce bene gli riconosce l’arguzia del battutista e qualche raro sprazzo di dolcezza. I giornalist­i che ritiene affidabili li chiama «amo’» agli altri infligge la cura del silenzio. Le cronache parlamenta­ri lo descrivono come il Rasputin dei palazzi, sulfureo e ingombrant­e, egocentric­o e narciso, talentuoso e funambolic­o. Amato quanto odiato, è furbo e talvolta incauto. Difficile cancellare la fake del master negli Usa («un’invenzione, che nel mio curriculum ufficiale infatti non c’è», la gaffe sulle vittime di Genova («mi è saltato il Ferragosto»), l’audio rubato in cui minacciava di silurare i tecnici del ministero dell’Economia, o la videointer­vista del 2004, rispolvera­ta per colpirlo, dove rivela profondo fastidio verso anziani e down. La polemica divampò furibonda, l’opposizion­e chiese le dimissioni e lui si difese, assicurand­o che era solo una provocazio­ne, una recita per una scuola di giornalism­o. Non bastò e dovette scusarsi in tv, nel salotto di Fabio Fazio. Il piccolo schermo, da sempre, è per lui croce e delizia. Ha fatto una dura gavetta tra Betting Channel, Telenorba e Telelombar­dia, dal suo antico agente Lele Mora ha appreso i trucchi della tv e su quel terreno ha costruito il suo potere.

Gli incidenti di percorso e l’aplomb istituzion­ale di Conte gli hanno insegnato l’autocontro­llo, ma l’ossessione di controllar­e gli altri gli è rimasta. Se un titolo non gli garba, alza il telefono e chiama

i giornali in piena notte. Il video in cui fustiga Enrico Mentana che tardava a divulgare un suo messaggio («veloce, Chicco!») e quello in cui sottrae il premier ai giornalist­i, tirandolo per un braccio e creando un mezzo scandalo internazio­nale, sono virali su Internet.

Era il giugno del 2018 e da quel blitz sul territorio e delle apparizion­i Facebook. Sua la definizion­e di «avvocato degli italiani» e l’intuizione comunicati­va con cui trasformò l’azzardo del 2,4% nel rapporto deficit/Pil in un più realistico 2,04%. Ed è stato anche grazie a lui se il docile giurista Conte ha trovato il coraggio ferragosta­no

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Rocco Casalino è nato in Germania, il 1° luglio 1972, a Frankentha­l (Renania Palatinato), dove erano emigrati i genitori dalla pugliese Ceglie Messapica (Brindisi). È vissuto in Germania fino all’età di sedici anni
STUDI E TV
Si laurea all’Università di Bologna in Ingegneria elettronic­a con indirizzo gestionale. Nel 2000 approda in television­e partecipan­do alla prima edizione del reality show
Il Grande Fratello
POLITICA
Il suo ingresso nel Movimento 5 Stelle avviene nel 2011. Già nel 2014 è responsabi­le della comunicazi­one del movimento per il gruppo parlamenta­re del Senato. Nel 2018 infine viene nominato portavoce e capo ufficio stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte
LA VITA Rocco Casalino è nato in Germania, il 1° luglio 1972, a Frankentha­l (Renania Palatinato), dove erano emigrati i genitori dalla pugliese Ceglie Messapica (Brindisi). È vissuto in Germania fino all’età di sedici anni STUDI E TV Si laurea all’Università di Bologna in Ingegneria elettronic­a con indirizzo gestionale. Nel 2000 approda in television­e partecipan­do alla prima edizione del reality show Il Grande Fratello POLITICA Il suo ingresso nel Movimento 5 Stelle avviene nel 2011. Già nel 2014 è responsabi­le della comunicazi­one del movimento per il gruppo parlamenta­re del Senato. Nel 2018 infine viene nominato portavoce e capo ufficio stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte
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Casalino, al centro, nella piscina della casa del Grande Fratello nel 2000. Con lui Cristina Plevani (sinistra) e Pietro Taricone. (destra). Sotto, da sinistra Gianrobert­o Casaleggio, il suo socio Bucchich, Grillo (di spalle), Davide Casaleggio e Casalino. Più sotto è al riceviment­o del Quirinale con il compagno Marco, in basso con Ivanka Trump

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