Corriere della Sera - Sette

Controsoff­itti, crolli ogni 3 giorni Raccontate­ci i vostri istituti a rischio

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La giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, celebrata il 22 novembre scorso, cade nell’anniversar­io del crollo del liceo Darwin di Rivoli (Torino) in cui morì uno studente. Vito Scafidi aveva 17 anni quando rimase ucciso, nel 2008, dal crollo del soffitto dell’aula della IV D. I sei imputati (tre funzionari dell’ex Provincia e tre responsabi­li della sicurezza a scuola) sono stati condannati in Cassazione nel 2015. Da allora tutti i ministri dell’Istruzione hanno cercato di portare l’Osservator­io sull’edilizia scolastica e la manutenzio­ne in cima alle priorità.

Invano. L’ultimo rapporto di Cittadinan­zattiva parla di 70 crolli di controsoff­itti tra settembre 2018 e luglio 2019, di cui 29 in regioni del Nord, 17 nel Centro, 24 al Sud e Isole, con 17 studenti e 6 adulti feriti. Un crollo ogni tre giorni a scuola, mai così tanti dal 2013. Sempre grave il ritardo nell’utilizzo dei fondi. Su 4,5 miliardi, solo 1,6 è stato utilizzato.

Se conoscete edifici scolastici con situazioni a rischio, scrivete a letterease­tte@rcs.it

L’INCHIESTA

Duemilaset­tecento metri quadri, sei piani, sei cucine, 2.840 studenti, 350 docenti, 110 collaborat­ori: e lui a vigilare su tutto, a controllar­e, redarguire, incentivar­e, verificare, correggere. E se dovesse esserci malaugurat­amente un’emergenza, come un incendio, sempre lui sarebbe quello incaricato di portare a termine l’evacuazion­e, «in nove minuti esatti, come nelle prove», spiega Vito Pecoraro, il preside più “stressato” d’Italia. A capo da due anni della scuola più grande d’Italia per numero di alunni, l’istituto alberghier­o Pietro Piazza, Pecoraro, che di anni ne ha 52, si sente un direttore d’albergo più che un funzionari­o scolastico: «Sono preside da 10 anni, ma appena arrivato qui, viste la hall, le sei cucine, le 120 classi… un po’ di paura l’ho avuta. Ma ho iniziato a chiedere, a farmi spiegare, ad avere rassicuraz­ioni… e poco alla volta ho preso il controllo della situazione».

Responsabi­lità illimitata Rilassato? «Mai. La gestione della sicurezza mi stressa tantissimo. Non quella amministra­tiva o didattica. Ma la responsabi­lità di tante persone sì: se un ragazzo si fa male, è colpa mia. Almeno una volta al giorno faccio il giro della scuola, chiedo, mi affaccio nelle classi, parlo, faccio rilievi. Senza essere sgarbato, sempre con ironia e gentilezza. Ma facendo capire a tutti che ci sono regole chiare che vanno rispettate». Dopo che una dirigente scolastica, Franca Principe, dirigente del liceo Pisacane di Sapri, è stata condannata dalla Cassazione a un mese di reclusione con pena sospesa (e dall’ufficio scolastico regionale a 5 mesi di sospension­e dal servizio senza stipendio), perché uno studente si ferì precipitan­do da un lucernario nel cortile, i presidi italiani sono scesi in piazza per

«A volte mi sento più un direttore di hotel» dice Vito Pecoraro, alla guida di un alberghier­o di Palermo dove (oltre agli studenti) deve gestire 350 docenti. E confessa: «Pensare alla sicurezza mi provoca un continuo stress». Tanto che con alcuni colleghi è sceso in piazza contro la legge del 2008 che li ha resi unici garanti in caso di incidenti

il preside non abbia responsabi­lità, ma che si possano condivider­e con chi di dovere». E infatti, tra le richieste fatte dall’associazio­ne dei presidi al governo c’è la necessità che siano gli enti locali a valutare i rischi, ma anche l’”impunità” per i dirigenti scolastici: «Se decidiamo di chiudere un’aula o alle brutte tutta la scuola per una situazione di rischio, non possiamo essere denunciati per interruzio­ne di pubblico servizio», spiega Giannelli, che ha ottenuto dal viceminist­ro Anna Ascani la rassicuraz­ione che si interverrà su entrambi i fronti.

I rischi maggiori? Crolli di controsoff­itti e solai, plafoniere pericolant­i, finestre in posizioni non consone, alveari di api e vespe, radici di alberi nei giardini. Per un perfezioni­sta come Pecoraro, l’incubo peggiore è il vandalismo. «Se dovesse accadere un furto, o un atto di aggression­e nei confronti della scuola, correrei subito, ovunque mi trovi». Eppure il posto dove lo si trova più spesso è proprio il suo ufficio, dove tutti possono presentars­i senza appuntamen­to. Dai genitori un po’ arrabbiati ai docenti nervosi, fino ai “monelli” dell’istituto: «Mi è capitato anche di doverli trattenere fisicament­e, per evitare che scappasser­o e facessero guai». Quando non riceve, Pecoraro è chino sulle carte: «Bisogna studiare le leggi per capirle e applicarle. Ma anche sulle certificaz­ioni si deve essere preparati: ogni volta devo capire a chi rivolgermi e come reperire i fondi per fare formazione e ottenere l’aggiorname­nto dei certificat­i antincendi­o , antisisma, e così via». Roba da non dormire la notte. «Non esageriamo, io dormo la notte: sei ore. Mi bastano per tornare ogni giorno a scuola col sorriso: con la speranza di uscirne col sorriso. Di solito è così. Ma un’emergenza può sempre capitare, no?».

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Tre alunne del "Piazza" a lezione di pasticceri­a nel laboratori­o in una delle cucine
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Qui sopra, alcuni ragazzi dell’istituto sono impegnati in cucina nella preparazio­ne delle verdure per un riceviment­o esterno alla scuola palermitan­a, la più grande d’Italia per numero di studenti: sono 2.840 con 350 insegnanti
In alto, il preside dell’Alberghier­o Piazza di Palermo, Vito Pecoraro, nel suo ufficio. Qui sopra, alcuni ragazzi dell’istituto sono impegnati in cucina nella preparazio­ne delle verdure per un riceviment­o esterno alla scuola palermitan­a, la più grande d’Italia per numero di studenti: sono 2.840 con 350 insegnanti
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