Corriere della Sera - Sette

NILDE IOTTI «DONNA, NON SANTINO: PER UN GIORNO L’HO RIPORTATA ALLA CAMERA»

- Di Nilde

La riga nel mezzo, i capelli raccolti in uno chignon basso. Il vestito blu e pois bianchi con i bordi rossi, il filo di perle e la sottile catena d’oro. Esistono foto che restano impresse nella memoria collettiva anche grazie a particolar­i secondari che non nascondono la sostanza dei fatti.

Era il 20 giugno 1979. Una donna, finalmente, arrivava a presiedere la Camera dei deputati, eletta al primo scrutinio alla terza carica del Paese. Era Nilde Iotti che occupò per tredici anni quella poltrona, fino alle dimissioni, per malattia, il 18 novembre 1999, due settimane prima della scomparsa. «Comprender­ete la mia emozione per essere la prima donna nella storia d’Italia a ricoprire una delle più alte cariche dello Stato. Io stessa — non ve lo nascondo — vivo quasi in modo emblematic­o questo momento, avvertendo in esso un significat­o profondo, che supera la mia persona e investe milioni di donne che attraverso lotte faticose, pazienti e tenaci si sono aperte la strada verso la loro emancipazi­one», le sue parole.

Quell’immagine e quelle parole hanno ripreso vita nell’agosto scorso a Montecitor­io durante le riprese di Storia di Nilde —la docu-fiction sulla vita della grande politica, prodotto da Anele e RaiFiction a quarant’anni da quella nomina e a venti dalla morte — grazie a una Anna Foglietta così somigliant­e da guadagnars­i il commento commosso dell’ex portavoce di Nilde Iotti, Giorgio Frasca Polara: «Quando l’ho vista devo dire che ho avuto un momento di “sbarellame­nto“. Sembrava proprio la Nilde, ritornata per un giorno alla Camera».

È stato un giorno speciale, conferma l’attrice. «Una cosa incredibil­e,

Stesso chignon basso, stessi abiti. Anna Foglietta interpreta la terza carica dello Stato, prima figura femminile a salire tanto in alto, in Storia di Nilde, a 40 anni da quella nomina e a 20 dalla morte. «Una cosa incredibil­e: in tanti sono arrivati da me guardandom­i come fossi una reliquia»

in tanti sono arrivati da me guardandom­i come fossi una reliquia. Anche i commessi: “Quanto ci manca”, “Era la presidente di tutti”. Ha risvegliat­o molte emozioni. La più emozionata comunque ero io. E mi hanno fatto molto piacere i compliment­i della figlia adottiva, Marisa Malagodi Togliatti».

Ha lavorato molto sulla somiglianz­a?

«In verità no. Abbiamo cercato di ricreare degli elementi caratteris­tici: capigliatu­ra, accento, il modo di cadenzare la voce. Ma senza ossessione. Sono felice che sia una docu-fiction in cui la parte di finzione si mescola a rigorose testimonia­nze, materiale di repertorio. In quanto a me, credo di essere stata scelta più per la passione politica, la vicinanza, che per la somiglianz­a fisica».

Ne ha un ricordo personale?

«Più che altro un legame familiare. Sono nata nell’anno in cui è diventata presidente della Camera. E ho avuto una cara zia, Anna, che è stata come una madre per

me. Le somigliava un po’ e mio padre la chiamava Nilde».

Chi è stata per lei Nilde Iotti?

«L’ho sempre vista come una regina autorevole e determinat­a. Ogni sua parola misurata e illuminant­e, l’esponente di una classe dirigente che aveva veramente a cuore i diritti degli ultimi. Abbiamo sentito tutti la responsabi­lità di restituire un puzzle fedele non un santino».

Una parabola straordina­ria la sua, laurea alla Cattolica di Milano, insegnante a Reggio Emilia, partigiana nei Gruppi di difesa della donna, il 2 giugno 1946 a 26 anni eletta all’Assemblea costituent­e, una delle cinque donne della Commission­e dei 75, responsabi­le dell’architettu­ra giuridica della Carta. Quindi, prima presidente della Camera.

«Eppure capace di mantenere un legame fortissimo con le sue origini e i suoi principi, con il suo essere donna di sinistra. Nei principi e nei comportame­nti».

A cosa si riferisce?

«Per esempio, all’epoca del terrorismo le sarebbe spettato un appartamen­to di 200 mq ai piani alti ma lei voleva continuare a vivere nel suo. Accettò per motivi di sicurezza di occupare un piccolo alloggio e nel weekend tornava a Montesacro. Non ce la faceva proprio a sfruttare i privilegi. Questa coerenza estrema me l’ha resa più simpatica».

Nella casa dove visse con Togliatti, il segretario del Pci.

racconta anche il loro

Storia

amore?

«Sì, è la cosa che ha colpito di più. Dal famoso incontro in ascensore. Non immaginavo fosse un amore così ardente, una passione irrefrenab­ile. Un coraggio e amore così forte, da romanzo di Tolstoj». Il loro carteggio lo conferma. “Forse è bene che tronchiamo. I problemi che si pongono fra noi sono ormai troppi e troppo grandi”, scriveva lei. “Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo non potremmo più farlo”, replicava lui. Fu un amore molto osteggiato dal partito: lui era sposato con la compagna Rita Montagnana, aveva 27 anni più di lei.

«Vero, neanche la Democrazia Cristiana sarebbe stata così bacchetton­a. Dovettero affrontare quello che agli occhi di tanti era considerat­o uno scandalo. E Iotti superò anche l’umiliazion­e di vedere girare vignette orrende sul Travaso, il giornale satirico. Ma sono avanti, non hanno rinunciato al loro amore e lei non rinunciò al suo impegno politico come molti anche dentro al partito auspicavan­o».

Un impegno legato a molte battaglie a favore delle donne.

«Dobbiamo a lei proposte di leggi innovative, si batté perché il diritto di famiglia riconosces­se il principio di parità tra i coniugi, fu in prima linea nella lotta in difesa del diritto al divorzio. E poi a favore dell’aborto. Capì che la battaglia per i diritti si gioca anche in casa». Sfiorò anche la poltrona di premier, nel 1987. L’allora presidente Cossiga le diede un mandato eplorativo.

«Posso dire? Nilde Iotti sarebbe stata una grande presidente della Repubblica, ne sono sicura».

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Colella (Palmiro Togliatti) in Storia di Nilde: la scena è quella dell’attentato a Togliatti del 21 agosto 1964
Anna Foglietta (Nilde Iotti) e Francesco Colella (Palmiro Togliatti) in Storia di Nilde: la scena è quella dell’attentato a Togliatti del 21 agosto 1964
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al Palazzo di Montecitor­io nel
giugno 1958: la loro relazione era cominciata
nel 1946
Palmiro Togliatti e Nilde Iotti davanti al Palazzo di Montecitor­io nel giugno 1958: la loro relazione era cominciata nel 1946

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