FINGERE L’ORGASMO I MOTIVI DI CHI LO FA (SENZA SENTIRSI IN COLPA)
Secondo un sondaggio britannico, hanno fatto ricorso alla simulazione il 54% delle donne e il 16 degli uomini. Due esperti spiegano che a volte si tratta di una scelta “funzionale” alla
coppia. «L’importante è che non diventi un’abitudine»
«A letto cercavo sempre il modo di guardare i piedi delle mie partner: dicono che quelli non mentono, perché quando si arriva all’orgasmo si contraggono involontariamente. Per il resto, invece, chi può saperlo. Fingere non è difficile e non è così raro farlo». Tanto più che Ciro Zecca, sceneggiatore 32enne autore del romanzo Diario di un bastardo su Tinder (Marlin), ammette di averlo fatto pure lui: «Ho finto in un paio di occasioni. La prima volta l’ho fatto per “arginare” i ritmi di una fidanzata particolarmente focosa, poi dopo aver scoperto che funziona l’ho rifatto durante alcuni rapporti occasionali. Non mi sento in colpa: per me è come una bugia bianca, non fai rimanere male il partner ed eviti di dover dare spiegazioni sul perché e il percome non hai raggiunto il piacere».
Tanti vantaggi, insomma, a fronte di pochissimi svantaggi. E di un pizzico di impegno nella “recitazione”, come dimostra l’iconica scena di Harry ti presento Sally — il film del 1989 diretto da Rob Reiner — in cui lei finge alla perfezione un orgasmo per dimostrare a lui che è impossibile distinguere fra uno vero e uno simulato. Sarà questo il motivo per cui tanti dichiarano di aver finto almeno una volta nella vita: secondo un sondaggio realizzato l’anno scorso in Gran Bretagna dal rivenditore di prodotti per la salute e la bellezza Superdrug, lo ha fatto il 54,6% delle donne e il 16,4% degli uomini. Le ragioni delle une e degli altri sono spesso le stesse: non ferire il partner, e in seconda battuta terminare il rapporto.
I motivi però possono essere anche altri ed avere a che fare con i ruoli di genere. «Le donne pensano di non potersi permettere il piacere e finiscono per concentrarsi su quello del partner, mentre gli uomini si vergognano di non arrivare a determinate prestazioni», spiegano gli psicologi Elena Cavalieri e Aleksandar Orelj.
I due esperti, che hanno da poco lanciato il progetto “La coppia per la coppia” (percorso di consulenza a due gestito da loro, che sono appunto partner nel lavoro ma anche nella vita), spiegano che chi simula il piacere spesso ha un problema relazionale. La prova: «Non si fa finta di avere un orgasmo quando si è da soli». Perciò il loro approccio è semplice: andare a cercare il problema, che non è fingere l’orgasmo ma ciò che spinge la persona a simularlo.
A volte basta ammettere di avere dei problemi per cominciare a risolverli: «Parlarne significa avere fiducia nell’altro e mostrarsi per come si è, autentici», spiegano. Chi finge, infatti, ricopre un doppio ruolo: da un lato diventa vittima della situazione (perché rinuncia al
«MI È SUCCESSO
IN UN PAIO DI OCCASIONI: PER ME È COME UNA BUGIA
BIANCA»
piacere) dall’altro la gestisce perché ne mantiene il controllo. Un circolo vizioso da spezzare, secondo Cavalieri e Orelj, e che spesso affonda le sue radici in vergogna, senso di colpa e vissuti emotivi che intralciano la comunicazione con l’altro. Con alcuni distinguo, però: «Fingere può essere funzionale, perché magari non si vuole rendere insicuro il partner o si preferisce aspettare prima di mettersi in gioco davvero. L’importante è che si tratti di episodi circoscritti e che non diventi un’abitudine».