In morte e resurrezione di Venezia
Eduardo, il figlio di un caro amico, ha la passione per la scrittura. A 7 anni ha scritto una breve graphic novel d’amore e lupi, un giallo e fondato il “Corriere di Edu”. L’ultimo numero è uscito il giorno del record di acqua alta a Venezia. L’ha disegnata, con dei pesci, e titolato l’editoriale: “Beati i pesci”. Ha capovolto il punto di vista, con una domanda semplice: chi vive dentro il mare, a Venezia? I pesci, ben felici di invadare la città. E i veneziani? Vivono nella città più bella del mondo ma è difficile resistere, nonostante la tenacia e la solidarietà che scatta nei momenti di difficoltà: la città è minacciata dal mare, dall’overtourism, dalla avidità degli speculatori, dalla miopia della politica. Mali messi a nudo sul profilo Instagram “Venezia
NON è Disneyland”. La città vive un’emergenza non più imminente ma immanente. Rileggendo una poesia del 2018 di Paolo Febbraro (Roma, 1965), da Elenco di cose reali (la nuova raccolta è invece La danza della pioggia, elliot) ho avuto l’impressione che forse dobbiamo pensare più chiaramente alla fine di Venezia per lottarci contro. Altrimenti si rischia di non vederla. Ogni giorno che una grande nave violenta la Laguna o i burocrati si fanno la guerra sul Mose.
A fare da contorno oggetti e mobili di antiquariato, abbigliamento in lana cotta o feltro. Aperto tutti i giorni, dalle 10.30 alle 20; il sabato fino alle 22.
I ponti del fiume Passirio sono illuminati a festa, Piazza Terme si trasforma in una pista di pattinaggio sul ghiaccio. A fare da cornice lungo il corso d’acqua le casette che vendono dolci e oggetti d’artigianato (dalle 10 alle 19).
sui servitori che “puniranno” i bimbi birichini.
Sette mercatini (uno anche sul Bergisel dove sorge il trampolino per il salto con gli sci disegnato da Zaha Hadid), oltre 200 bancarelle, 5.800 luci e più di 400 eventi tra cui
E, al calar del sole, nella vicina Hall-Wattens da non perdere il ei fiocchi di neve scintillanti posizionati nei Mondi di Cristallo Swarovski.