Corriere della Sera - Sette

LA MINA DEL VINO HA PORTATO IL PIANOFORTE TRA I FILARI

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Caterina Dei è la Mina del vino italiano. Canta, incide cd e si esibisce sul palco. Poi torna in cantina e imbottigli­a il Nobile di Montepulci­ano, il meno lodato (a torto) tra i grandi rossi a base di Sangiovese. II suo primo cd si apre con una riuscita interpreta­zione de Il cielo in una stanza di Gino Paoli. Ma i versi che sembrano scritti per lei sono quelli de Il cigno dell’amore del suo mito, Mina: “L’ebbrezza del tuo vino / non offenderà nessuno / non affiorerà l’inganno”.

Prive di inganni sono le sue Cantine Dei, a Montepulci­ano, provincia di Siena. 120 ettari, più della metà ricoperti dalle viti. Cinque i cru: Bossona, Martiena, La Ciarliana, La Piaggia e Cervognano. L’edificio è in travertino toscano, pavimento e colonne in tre tonalità di grigio, il materiale che decine di scultori (da Pietro Cascella a Matthew Spender) hanno usato per le loro opere e che la Travertini Paradiso della famiglia Dei ha usato anche per abbellire il World Financial Center di New York. Proprietar­io di una cava a Rapolano, Alibrando Dei acquistò nel 1964 i primi terreni per il vino a Bossona. Nel 1985, una splendida annata per il vino in Toscana, la prima bottiglia di Nobile di Montelpulc­iano. «Io intanto sognavo una vita nel mondo dello spettacolo», racconta Caterina, «ero fuggita a Milano e avevo provato l’esame per l’Accademia dei Filodramma­tici. Ero riuscita a superare la selezione, tra centinaia di aspiranti studenti. Nel 1991 papà mi chiese di aiutarlo nella vendemmia e mi fece trovare un bellissimo pianoforte in salotto. Lo stesso regalo che mi fece il nonno quando avevo sei anni. E ho capito che i due mondi, quello della musica e quello del vino, potevano convivere e trasmetter­e emozioni allo stesso modo». Da allora non ha più lasciato Montepulci­ano, arrivando a produrre 250 mila bottiglie l’anno. Grazie all’aiuto di un giovane enologo, Jacopo Felici. Il vino base è il Rosso Montepulci­ano, polposo, ampio, profuma di melograno. Poi il Nobile Bossona, che ricorda le olive e i capperi della macchia mediterran­ea. Cremoso e balsamico come il Nobile Madonna della Querce.

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