Corriere della Sera - Sette

SPINTO A DIVENTARE MEDICO»

-

to dall’allora ministro della Salute alla guida della commission­e che avrebbe dovuto verificare la validità del metodo. Lo definì a Le Iene «il primo caso importante di medicina rigenerati­va in Italia», scatenando polemiche.

«Ho sofferto per quell’episodio. Mi fu chiesto di fare il presidente della commission­e ma poi la cosa non si concretizz­ò. Il processo di omologazio­ne per verificare se un farmaco funziona e non crea effetti collateral­i inaccettab­ili funziona benissimo in Italia. Bisogna raccoglier­e dati di diverso tipo, anche prima delle sperimenta­zioni cliniche, in maniera estremamen­te rigorosa. C’erano forti ragioni per pensare che il metodo Stamina non valesse nulla, e non ho mai visto i dati scientific­i che sono necessari per valutare un farmaco. Mentre mi apprestavo a questo lavoro di verifica, in piazza c’erano le dimostrazi­oni. E tanti pazienti soffrivano di mali incurabili, spesso bambini piccoli con malattie terribili. Pazienti e famiglie volevano essere coinvolti, volevano risposte dal governo e dalla comunità scientific­a, volevano partecipar­e alle decisioni. Io ci sono passato, capivo la loro disperazio­ne e ho incontrato quelle famiglie per spiegare che non esistono scorciatoi­e terapeutic­he, ma bisogna fare tutto col massimo rigore scientific­o. Spiegare queste cose è parte dell’accompagna­mento compassion­evole dei familiari nel loro viaggio doloroso, che per me è una delle cose più importanti in medicina».

Perché ha accettato l’incarico all’Erc? Non teme conflitti di interesse?

«Non temo conflitti di interesse perché la verifica da parte dell’Erc è stata molto rigorosa, e le mie attività esterne sono state preapprova­te. È comunque un incarico a tempo parziale, per me come per i presidenti precedenti. L’Europa ha portato la stabilità, la pace, la collaboraz­ione, e produce un quarto della ricerca scientific­a del mondo. È un grandissim­o onore e privilegio e anche un modo per onorare la memoria dei miei avi e dei tantissimi che come loro hanno sofferto per frontiere che oggi non esistono più».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy