Tra i miei “Beati” accolgo Houellebecq: libera il sesso etero
SE DOVESSI SCEGLIERE
i Magnifici Sette di questa rubrica (ed epoca), oltre ai Beati Paoli Conte e Sorrentino (The New Pope non è una serie ma una galleria d’arte piena di quadri portentosi) un posto lo riserverei a Michel Houellebecq.
IN “CAHIER”
(libro di e su lo scrittore francese, edito dalla Nave di Teseo), Pierre Cormary fa un vibrante omaggio allo scrittore, anche come liberatore sessuale. Il suo non è un pezzo, è un manifesto, un Heterosexual Pride.
Cormary scrive che Houellebecq sa parlare nei romanzi «del sesso come dell’amore e dell’amore come del sesso», sa coniugare «fellatio e tenerezza»
(non ho nominato Roth invano). Houellebecq, sempre secondo il prode Cormary, ha ripreso dal punto di vista etero il discorso amoroso, «monopolizzato dalle femministe e dai gay da una ventina d’anni», riabilitando così la «infamata» sessualità maschile.
PRIMA DELL’AVVENTO
dei romanzi houellebecquiani: «L’uomo che ce l’ha duro e gode era merce obsoleta. Questi era un mostro o un poveraccio amante delle riviste porno capace solo di menarselo per pochi minuti poiché la nozione stessa di orgasmo maschile era un risibile controsenso». Qui credo che Cormary (un po’ bossiano) faccia il verso (all’inverso) a S.C.U.M, il celebre manifesto femminista di Valerie Solanas.
IL FINALE DELL’ARTICOLO
di Cormary è toccante: «Rendiamo omaggio a Houellebecq per averci restituito la possibilità di usare il nostro sesso senza dovercene vergognare. Desiderare non è più disperare. E prendere una donna è ancora la cosa migliore che possano fare un uomo e una donna. Si comincerebbe quasi ad amare la vita. Grazie di essere nato, Michel». Poi una nota avverte: «Testo scritto in stato febbrile nel 2005, riletto e riveduto nel 2016»
ALBERTO GUARNIERI SCRIVE
sulle accoppiate scrittori/cantanti: «Metto Proust con i Beatles e Céline con gli Stones. Se l’abbinamento deve essere autoctono, Proust con Trenet e Céline con il mitico Gainsbourg. Gradisce?». Su Beatles/Proust mi ci faccia pensare.
SCRIVE MAURO RUSSOMANNO:
«La seguo da anni. Lei è guida sicura e brillante per chi ama i libri ma la prego di farla finita con l’apologia interista. La lobby dei tanti interisti che approfittano della propria vetrina mediatica per decantare presunti valori etici nerazzurri e sminuire la storia sportiva
L’Inter altrui è diventata, mi creda, insopportabile. è una squadra di calcio come altre, vince e perde come altre. I suoi tifosi vedono epica nella vittoria e complotto nella sconfitta come tutti i tifosi. Chi dispone di un pubblico deve offrire il meglio di sé nella materia di competenza, non praticare l’invasione di campo. Continuerò a seguire i suoi consigli di lettura, sempre preziosi e per i quali le sono grato».
Caro Mario, non mi confonda con altri.
Non scriverò mai che Javier Zanetti è stato un grande giocatore, però sarà d’accordo con me che Romelu Lukaku è esaltante (l’uomo e l’atleta). Nessuna invasione di campo: il calcio è letteratura applicata. Ricambio di cuore gli auguri.
IL JOKER
IO DELLA LOBBY INTERISTA? NO MA LUKAKU È ESALTANTE E IL CALCIO LETTERATURA
APPLICATA