Amendola, il ministro povero
Poiché – com’è noto – siamo un Paese fondato sul merito, uno dei ministri più seri e competenti (purtroppo ce ne sono anche di incompetenti), è quello che guadagna meno di tutti a Palazzo Chigi: Enzo Amendola, responsabile
degli Affari Europei, nel 2018 ha dichiarato un reddito imponibile di 45.753 euro e il 50% di una casa a Roma.
I modelli 730 sono stati pubblicati sui siti internet del Senato e della Camera e servirebbe un intero numero di
per commentarli. Per dire: lo zio Silvio, si conferma il più ricco, con il suo gruzzoletto di 48 milioni; il premier Giuseppe Conte, tra le altre cose, possiede una Jaguar d’epoca (così, almeno, si spiega pure la pochette nel taschino); dal patrimonio del senatore Michele Giarrusso mancano due moto: rubate entrambe, scrive lui nella dichiarazione.
Il giorno dopo la pubblicazione dei dati, il ministro Amendola, 46 anni, da Napoli, è entrato nel transatlantico di Montecitorio con la faccia grigia. Una cronista inesperta, d’istinto, l’ha subito ricollegata al reddito basso e invece Amendola quella faccia pensierosa ce l’ha da sempre: è nato vecchio, si è sempre vestito da vecchio, dalemiano non solo nelle grisaglie, raffinato talento della sinistra europea degli anni Novanta, già deputato nel 2013 e poi sottosegretario agli Esteri nei governi Renzi e Gentiloni, un predestinato al successo che però gli arriva intermittente, un politico con la postura e l’eloquio da Prima Repubblica, colto e grandioso lavoratore, di indole gentile, e con una perfetta conoscenza della lingua inglese (una rarità, tra gli ex comunisti; e uno scorno per Luigi Di Maio, costretto – ma lo sapete – a farsi seguire nei corridoi della Farnesina da un docente che gli traduce tutto: buongiorno-good morning, grazie-thank you, arrivederci-bye bye).
Amendola ha una moglie di origine marocchina, Karima Moual – firma del giornalismo internazionale – due figli che si chiamano Jamira, 4 anni, e Carlo Karim, 6 mesi , e un soprannome eduardiano: “Cupiello”. Il sito affaritaliani.it ha infatti scoperto che per anni è regolarmente arrivato a Troia, vicino Foggia, pochi giorni prima del Natale, perché da bravo ragazzo non voleva perdersi la vigilia con i parenti locali, tra presepe e tombolata (non che adesso, con quello che guadagna, possa sedersi a una tavolo da poker).
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