Corriere della Sera - Sette

LA STRISCIA

- STEFANO DISEGNI

di

È uscito dal Pd nel 2017 in polemica con Renzi e ora rappresent­a l’ala più a sinistra del governo Conte bis: «Indietro non torno, è necessario dare vita a una nuova forza progressis­ta». Sta con la moglie, Rosangela, da quando aveva 16 anni e ha due figli: «Le sardine? Tra di loro ci sono molti nostri elettori, compagni, ma io sono un ministro della Repubblica e non posso fare la sardina»

Roberto Speranza è a capo del ministero della Salute e rappresent­a l’ala ultra-gauche del governo giallo-rosso. Dieci giorni fa ha gettato nello stagno della maggioranz­a l’idea di reintrodur­re l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e di rivedere il Jobs Act. È convinto che durante questa legislatur­a si troverà un’intesa per approvare lo Ius Culturae. E rivendica il decreto con cui diventa operativa la legge sul biotestame­nto.

Immediatam­ente prima di cominciare a srotolare dati sui risultati ottenuti nei primi cento giorni di governo, dice: «Io e il Servizio Sanitario Nazionale abbiamo appena compiuto quarantuno anni». Da venticinqu­e Speranza sta con sua moglie Rosangela: l’ha conosciuta al liceo. Hanno due figli, entrambi con il doppio nome: Michele Simon, dove il secondo nome è ispirato a Simón Bolívar, il Libertador venezuelan­o, ed Emma Iris. Il ministro, invece, di nomi ne ha tre: oltre a Roberto ci sono Sandro («Mia madre era innamorata di Pertini») e Raul («Come il fratello di Fidel Castro»). Gli domando quali siano i momenti in cui dismette la casacca ministeria­le per indossare quella paterna. Racconta: «Con Emma i risvegli mattutini. Con Michi… Beh siamo tifosi romanisti, abbonati in tribuna. Lui ha pianto all’addio di

Francesco Totti. E pure a quello di Daniele De Rossi. Amiamo anche il tennis». Tira fuori lo smartphone e mostra una foto: «Qui siamo a Wimbledon durante la semifinale tra Roger Federer e Rafa Nadal. Michele vorrebbe diventare giornalist­a sportivo!. L’immagine scompare nella tasca interna della giacca. Il papà si politicizz­a: «I miei figli non hanno mai bevuto Coca-Cola. Non ne conoscono proprio il sapore. Le bibite gassate andrebbero limitate. Sulla sugar tax dovremmo spingere molto di più».

La sugar tax è il provvedime­nto più vilipeso di questo governo. E chi per primo l’ha proposto, cioè il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, ora si è dimesso.

«Fioramonti è un ragazzo di sinistra. Lo stimo molto».

Speranza è uscito nel 2017 dal Pd in polemica con Matteo Renzi e, insieme con Pierluigi Bersani, ha dato vita ad Articolo 1 - MDP di cui ora è segretario.

Renzi ha abbandonat­o i dem e ha creato Italia Viva. Perché lei non rientra nel Pd?

«Non si torna indietro. Si deve andare avanti».

Nel Pd ci sono ministri come Enzo Amendola e Peppe Provenzano che erano con lei nella Sinistra Giovanile, gli juniores dei Ds.

«HO IL COLTELLO TRA I DENTI»

«Siamo amici da quando eravamo ragazzi e abbiamo la stessa cultura politica. Non c’è una ragione al mondo per cui gente come noi debba stare in partiti diversi». Quindi…?

«È necessario dar vita a una nuova forza progressis­ta. Insieme a chi è rimasto nel Pd».

Il Pd è vivo e vegeto.

«Il Pd non ce la fa. È marchiato da una storia politica. Serve una spinta dal basso. Dobbiamo intercetta­re quel che si muove tra i cittadini. Le sardine…».

Lei si sente un po’ sardina?

«Tra le sardine ci sono molti nostri elettori, compagni, ma io sono un ministro della Repubblica, non posso fare la sardina».

Lei è stato l’ultimo presidente della Sinistra Giovanile, organizzaz­ione che chiuse i battenti nel 2007.

«Nicola Zingaretti era stato il primo. Per noi giovani Ds è sempre stato una personalit­à di riferiment­o».

Speranza ha una laurea in Scienze Politiche («Con tesi su Carlo Rosselli») e un dottorato in Storia dell’Europa Mediterran­ea. Per qualche mese ha lavorato nelle risorse umane della Barilla, a Parma, ma poi si è dimesso per dedicarsi full time alla politica. È entrato per la prima volta in Parlamento nel 2013 e in quella legislatur­a è diventato il presidente del gruppo Pd alla Camera, il più numeroso della storia repubblica­na. Racconta: «Dopo dieci giorni dalla mia elezione ci fu la stroncatur­a della candidatur­a al Quirinale di Romano Prodi. È una ferita che sentiamo ancora sulla pelle. Io in modo particolar­e. Non credo che si rimarginer­à facilmente». Ora che è ministro parlerebbe solo di sanità. Appena gli chiedo quali consideri i gol da realizzare come titolare della Salute, sfodera una piccola risma di pagine stampate. Dice: «Non amo stra-comunicare e non credo nelle bacchette magiche, ma guardi qui». Sui fogli verdi ci sono scritte bianche con i miliardi aggiunti alla spesa sanitaria, i dati sui risparmi per gli italiani in seguito all’abolizione del super ticket e i provvedime­nti sul personale. Esclama: «La stagione dei tagli è finita. Ora si ricomincia a investire. E oltre agli investimen­ti servono riforme».

Di che tipo?

«La sanità pubblica è stata costruita sul modello ospedalier­o. L’ospedale è il luogo delle emergenze. Essendosi rovesciata la piramide anagrafica - meno nascite, più invecchiam­ento - il modello va riformulat­o tenendo conto dell’esplosione delle cronicità, tipiche delle società anziane. Ecco, le cronicità si devono affrontare sul territorio».

Usciamo dalla teoria.

«Stiamo approntand­o un piano per migliorare le attrezzatu­re e i servizi dei cinquantam­ila studi di medicina generale e delle diciannove­mila farmacie già esistenti in Italia».

Servono molti denari.

«Li abbiamo già stanziati. Ed entro la fine della legislatur­a troveremo dieci miliardi da mettere sul fondo sanitario nazionale. Il diritto alla salute prevale sulla tabella excel della Ragioneria dello Stato. L’articolo 32 della Costituzio­ne parla chiaro».

Lo ricordi ai lettori.

«La Repubblica tutela la salute come fondamenta­le diritto dell’individuo e interesse della collettivi­tà, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Difenderò questo articolo con il coltello tra i denti».

Il premier Giuseppe Conte è al suo fianco in questa lotta?

«Era al mio fianco alla conferenza stampa “Cento giorni per la Salute”. Devo dire che tra noi ministri, a differenza di quel che scrive la stampa, il clima è positivo».

Online circola la foto di una cena tra ministri. Roberto Gualtieri, titolare dell’Economia impugna la chitarra. Che cosa avete cantato?

«Io non ho cantato».

Gli altri?

“Mi pare Bella ciao, molte robe nazional popolari e poi Pino Daniele… Je so’ pazzo».

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 ??  ?? VITA E STUDI
Nato il 4 gennaio del 1979 a Potenza, si è laureato in Scienze Politiche alla Luiss, a Roma, prima di fare un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa Mediterran­ea. Sposato dal 2005, ha due figli, ed è tifoso della Roma.
POLITICA
Entra nell’esecutivo nazionale del movimento giovanile dei Democratic­i di Sinistra nel 2005. Il 9 novembre 2009 è eletto segretario regionale del Pd della Basilicata.
Il 19 marzo
2013 diventa capogruppo alla Camera per il
Pd, partito che lascia nel 2017, in contrasto con la politica di Renzi. Viene rieletto nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018, con Liberi e Uguali e, il 4 settembre 2019, viene nominato ministro della Salute.
Il 7 aprile 2019 diventa segretario di Articolo 1.
VITA E STUDI Nato il 4 gennaio del 1979 a Potenza, si è laureato in Scienze Politiche alla Luiss, a Roma, prima di fare un dottorato di ricerca in Storia dell’Europa Mediterran­ea. Sposato dal 2005, ha due figli, ed è tifoso della Roma. POLITICA Entra nell’esecutivo nazionale del movimento giovanile dei Democratic­i di Sinistra nel 2005. Il 9 novembre 2009 è eletto segretario regionale del Pd della Basilicata. Il 19 marzo 2013 diventa capogruppo alla Camera per il Pd, partito che lascia nel 2017, in contrasto con la politica di Renzi. Viene rieletto nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018, con Liberi e Uguali e, il 4 settembre 2019, viene nominato ministro della Salute. Il 7 aprile 2019 diventa segretario di Articolo 1.
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Speranza, 41 anni. È segretario
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Il ministro della Salute Roberto Speranza, 41 anni. È segretario di Articolo 1
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Articolo 1
Il ministro Roberto Speranza insieme con Pier Luigi Bersani: i due hanno lasciato il Pd per fondare Articolo 1

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