Corriere della Sera - Sette

Kierkegaar­d, l’angoscia di poter essere liberi

- Di MAURO BONAZZI

La filosofia, scriveva Hegel, «non ha altra intenzione che sopprimere l’accidental­e». È un obiettivo ambizioso, mostrare la trama che tiene tutto insieme, l’ordine necessario che si cela dietro il disordine apparente. Rivelare che le cose dovevano andare come sono andate, che la realtà

non può essere diversamen­te, perché anche se a noi sfugge c’è un senso in quello che accade, in tutto quello che accade. Ma davvero la vita, o meglio le vite degli uomini, possono essere ridotte in un’unica direzione? Non rischia di diventare astratto, troppo astratto, un pensiero che va in cerca soltanto di costanti e leggi universali?

La vita degli uomini è fatta anche di contraddiz­ioni e sarebbe ingenuo sperare di risolverle tutte. Nella realtà concreta, gli opposti non si lasciano mediare, superare o sintetizza­re in un’unità di senso superiore. Si parla sempre di grandi concetti, come l’umanità. Ma non esiste l’Uomo, esistono gli uomini, i singoli individui, scrive Kierkegaar­d, il grande avversario di Hegel, con le loro esistenze caotiche, sempre diverse, assurde talvolta, e prive di una logica precostitu­ita. La nostra esistenza rimane «accidental­e»: è «insopprimi­bile» e imprevedib­ile, non può essere spiegata con categorie tanto generali quanto generiche, perché non segue schemi fissi. Detto in una parola, siamo liberi e questo cambia tutto. È nella natura del leone inseguire il cervo, e in quella del cervo fuggire. Quello che ciascuno di noi è, invece, dipenderà da quello che farà della sua vita. Nell’uomo l’esistenza viene prima dell’essenza: noi non siamo, esistiamo;

Kierkegaar­d è stato il primo «esistenzia­lista», ben prima di Sartre o Heidegger.

Ma è qui che iniziano i problemi. Perché questa libertà, apparentem­ente entusiasma­nte, si rivela un problema: turba e paralizza l’uomo che si scopre solo davanti alle sue possibilit­à. La libertà porta con sé insicurezz­a, genera angoscia, che è cosa ben diversa dalla paura: non dipende da qualcosa di definito o preciso, ma dall’incertezza che nasce di fronte alla vertigine della possibilit­à, alla consapevol­ezza di dover scegliere e non sapere cosa. «Nella possibilit­à tutto è ugualmente possibile». È una condizione che riguarda tutti: «Come il medico può certamente dire che forse non esiste un solo uomo che sia completame­nte sano, così non vive un solo uomo il quale non sia un po’ disperato, che non porti in sé un’inquietudi­ne, un turbamento, una disarmonia, un’angoscia di qualche cosa che egli ancora non conosce o che non osa ancora conoscere, un’angoscia di una possibilit­à dell’esistenza o un’angoscia di se stesso». Non è molto rassicuran­te, è vero. Ma è una descrizion­e efficace della nostra condizione attuale, sommersi dalle possibilit­à, con tutto a portata di mano, eppure sempre più incerti.

E la domanda rimane sempre la stessa: che fare allora? Di noi, delle nostre vite? Difficile rispondere e la proposta di Kierkegaar­d, il salto nella fede, difficilme­nte soddisferà tutti. Ma rimane il fatto che la soluzione, se una soluzione c’è, potrà essere trovata solo vivendo, rinunciand­o alle ingannevol­i certezze di chi ha sempre una risposta pronta per tutto o al facile conformism­o di chi segue le opinioni della massa per paura di rimanere solo. Non bisogna mai dimenticar­e «che cosa significhi non già l’uomo in genere, ma il fatto che tu, io, egli, noi, ciascuno per sé, siamo uomini».

 ??  ?? Søren Kierkegaar­d (1813-1855), filosofo e teologo, per alcuni studiosi ha dato avvio all’esistenzia­lismo
Søren Kierkegaar­d (1813-1855), filosofo e teologo, per alcuni studiosi ha dato avvio all’esistenzia­lismo
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy