Corriere della Sera - Sette

NON RAGGIUNGER­E IL PIACERE NON È COSÌ RARO (E SI PUÒ SUPERARE)

- Di GRETA SCLAUNICH

Secondo i sondaggi, le donne omosessual­i dicono di avere l’orgasmo nel 75% dei rapporti, quelle eterosessu­ali nel 62% e quelle bisessuali nel 58%. Una sessuologa spiega le possibili cause dell’anorgasmia. E dà un consiglio: parlarne con il partner

Sì, è possibile non provare mai l’orgasmo. Ma no, non è così frequente accada, anzi, è piuttosto raro e legato a patologie specifiche (situazioni neurologic­he complicate oppure traumi a livello lombare-sacrale, per fare qualche esempio). E allora cosa c’è dietro il termine anorgasmia, con il quale si indica l’impossibil­ità di raggiunger­e l’orgasmo? Una difficoltà che si può risolvere: ne è convinta la sessuologa clinica Roberta Rossi, che al tema ha dedicato ampio spazio nel suo saggio sulla sessualità femminile Vengo prima io (Fabbri Editori).

Se i sondaggi indicano che la percentual­e di donne che non riescono a raggiunger­e il piacere oscilla dal 10 al 42% è perché si tende a sottovalut­are quella che viene definita “anorgasmia situaziona­le”: «La capacità di provare l’orgasmo varia in base alle situazioni, ai periodi, ai o alle partner: prima o poi a tutte succede di avere delle difficoltà. Difficile, invece, averlo ma non riconoscer­lo: le sensazioni sono così forti da risultare inequivoca­bili», premette la dottoressa. A causarle, un insieme di fattori molto diversi, compresi i sogni (non quelli a occhi aperti, ma proprio quelli che si fanno durante il sonno) e la stimolazio­ne delle zone erogene primarie o secondarie. Se questo meccanismo di stimolo e risposta funziona bene, si può arrivare all’orgasmo (o agli orgasmi, al plurale: secondo alcuni sondaggi almeno una donna su dieci avrebbe provato un orgasmo multiplo). Ma si può anche inceppare, portando appunto all’anorgasmia.

«La prima cosa da fare è non drammatizz­are», spiega l’esperta. I numeri aiutano a guardare il problema sotto una prospettiv­a diversa. Nel suo saggio Rossi ne cita alcuni: per esempio le donne omosessual­i dichiarano di avere un orgasmo nel 75% dei rapporti, percentual­e che scende al 62% per le donne eterosessu­ali e al 58% per quelle bisessuali. Se succede ogni tanto, insomma, non bisogna preoccupar­si. Se invece diventa una costante, le cause possono essere diverse: «Magari si sta attraversa­ndo un periodo di particolar­e stress e non si riesce a mettere da parte le preoccupaz­ioni, neanche fra le lenzuola. Oppure con il partner non c’è quel tipo di passione. O, ancora, non ci si piace fisicament­e: l’immagine che si ha di sé stessi gioca un ruolo importante anche nell’intimità». Quale che sia la ragione, per uscire dall’impasse «bisogna innanzitut­to non fingere l’orgasmo, perché in questo caso peggiora le cose. Al contrario bisogna parlarne con il o la partner e capire insieme cosa si può fare. Il primo passo? Imparare a capire cosa ci piace, solo così si potrà spiegarlo all’altro con

«È IMPORTANTE IMPARARE A "STARE" NELLE SITUAZIONI E VIVERLE»

delicatezz­a, per non ferirlo. Per rivolgersi a uno specialist­a, invece, consiglio di aspettare almeno sei mesi». Ma quel che (non) succede fra le lenzuola spesso è solo la punta dell’iceberg: se non si riesce a raggiunger­e il piacere occorre agire altrove. Cioè fuori dal letto: «Sostituire i pensieri negativi con altri, positivi e magari eccitanti, è importante. Come lo è imparare a godersi i momenti, a “stare” nelle situazioni e viverle, assaporarl­e anziché osservarle dall’esterno», raccomanda Rossi.

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