A FIRENZE, IL BICCHIERE È SERVITO NELLA "BUCHETTA DEL VINO"
In Toscana se ne contano a decine: 88 per l’esattezza in 32 comuni diversi. Ma la loro presenza discreta, incastonata dentro ai muri spessi degli antichi palazzi rinascimentali, è visibile solo agli occhi degli osservatori più attenti. Quelli appassionati di storia e del buon bere. Perché le buchette del vino sono finestrelle attraverso cui, un tempo, le famiglie fiorentine più in vista vendevano fiaschi di vino ai passanti. «Una iniziativa promossa dal Granduca di Toscana a partire dal XVII secolo», spiega Matteo Faglia, presidente dell’associazione culturale fiorentina “Buchette del vino”. «Allora, quando gli stravolgimenti dei mercati europei portarono a una ridefinizione delle vie internazionali del commercio, con conseguente declino delle attività che avevano reso potente Firenze, le grandi casate aristocratiche (Antinori, Ricasoli, Frescobaldi per citarne alcune) si trovarono costrette a convertire le manifatture in terreni agricoli e latifondi. La produzione vinicola prese presto piede perché, in un periodo decadente come quello, riusciva comunque a garantire rendite considerevoli. Che le buchette contribuivano a consolidare».
La commercializzazione del vino avveniva attraverso piccole porticine – ci passava giusto un fiasco – inscritte in cornici di pietra liscia o bugnata. Molte buchette sono oggi murate, altre sono state adibite a cassetta delle lettere o a pulsantiere per citofoni, altre ancora si stanno riappropriando del loro ruolo primigenio.
«Ad esempio, da Babae a Firenze, ogni giorno dalle 12 alle 13 e dalle 19 alle 20 si serve vino bianco e vino rosso. Niente contenitore: lo si porge al bicchiere», continua Faglia. «Per questo non possiamo parlare di ripristino fedele della funzione originaria. Ma siamo perfettamente in tema e l’idea è piaciuta molto ai fiorentini, ancor di più ai turisti. Motivo per cui, come associazione, intendiamo sensibilizzare ristoratori e istituzioni al recupero di una delle pagine più affascinanti della storia toscana. Finora lo abbiamo fatto con una mostra: 30 scatti d’autore esposti al teatro della Pergola di Firenze con cui l’inglese Andrew Barrow e l’americana Robbin Gheesling guardano alle buchette del vino con l’occhio di chi desidera documentare la storia di suggestivi elementi di arte urbana. Nella speranza che un giorno possano tornare a funzionare come un tempo».