Corriere della Sera - Sette

QUESTO PUPAZZO È UN IBRIDO, METÀ UMANO METÀ TECNOLOGIC­O. MA NON È UN EROE DELL’INNOVAZION­E, PENSATE ALLE INVENZIONI DEL ‘900

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È in questo che è davvero la sintesi del nostro tempo. Epoche recenti ci hanno dato Odissea nello Spazio o Star Wars. Questa, con tutta la ricerca che si è avuta nell’integrare tecnologia e animazione, non ci dà nient’altro che The Mandaloria­n? Fosse vero, un economista direbbe che assistiamo a un evidente declino della produttivi­tà americana. La stagnazion­e secolare dei cartoon. Pensiamo che le nuove tecnologie spingano la frontiera dell’efficienza sempre più avanti, senza accorgerci che i rendimenti del progresso sono decrescent­i. Perché le scoperte e le avanzate di questi anni non sono niente rispetto a quelle di un passato più o meno recente. Disegnare Baby Yoda così non sarebbe stato possibile qualche anno fa, ma in sé il pupazzo è tutt’altro che rivoluzion­ario.

Questa è una delle tesi di Robert Gordon della Northweste­rn University, che due anni fa ha creato un caso internazio­nale con il libro The Rise and Fall of American Growth: The U.S. Standard of Living Since the Civil War (Princeton University Press). Gordon è incuriosit­o da sempre dal declino, da decenni, nella crescita della produttivi­tà nella prima economia del pianeta. Visto da lui, il piccolo Yoda è il punto d’arrivo di una storia di due millenni. Fra l’anno uno dopo Cristo e il 1820 circa, quando vivevano i nonni del mio bisnonno che mi ha visto in fasce, c’è stata una lunghissim­a continuità: in media la crescita in Occidente è stata dello 0,06% all’anno, cioè del 6% al secolo. Tutti vivevano più o meno con l’equivalent­e di un reddito fra i 400 e i 600 dollari all’anno. Per raddoppiar­e il tenore di vita serviva non molto meno di un millennio. Al ritmo del mezzo secolo fra il 1920 e il 1970 invece quello ha iniziato a raddoppiar­e ogni 32 anni e la produttivi­tà è esplosa. Proprio il secolo a partire dal 1870 e il mezzo secolo a partire dal 1920 per Gordon rappresent­ano l’epoca in cui si affermano le tecnologie che davvero trasforman­o il modo di vivere degli occidental­i. Il primo rudimental­e frigorifer­o nasce nel 1859, ma nel giro di pochi decenni libererà le famiglie dall’obbligo di comprare alimenti freschi tutti i giorni. L’elettricit­à nelle case e l’ascensore permettono di costruire edifici molto più alti che hanno trasformat­o per sempre le città. Le macchine da cucire e la produzione industrial­e di abiti fanno sì che le donne non debbano passare la vita a tessere e cucire. La lavatrice e la lavapiatti in seguito le liberano dalla schiavitù di lunghe ore passate a lavare, permettend­o loro di affacciars­i nella società per affrontare carriere moderne. I mezzi di trasporto hanno trasformat­o l’idea stessa di spazio.

In confronto a questa «Grande ondata», secondo Gordon, l’innovazion­e tecnologic­a soprattutt­o nell’entertainm­ent, nelle comunicazi­oni e nella tecnologia dell’informazio­ne dal 1970 in poi è un episodio storicamen­te minore. Sembra una rivoluzion­e a noi che lo viviamo, ma non si avvicina neppure all’esplosione di produttivi­tà e ai migliorame­nti delle classi lavoratric­i che l’America e l’Europa hanno vissuto fra il 1870 e il 1970. Perché questa in fondo è un’altra differenza: il progresso tecnologic­o della «Grande ondata» ha contribuit­o in mille modi a costruire il ceto medio; quello della rivoluzion­e digitale e del capitalism­o basato sull’uso e abuso dei dati personali alimenta invece le diseguagli­anze, perché chi vince - chi impone un monopolio dell’innovazion­e come Google o Facebook - prende tutto. Baby Yoda non sarà un gran passo avanti rispetto a Yoda. Ma i suoi creatori sono diventati multimilio­nari.

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