Noi, amanti clandestini in equilibrio perfetto
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Caro Massimo, siamo amanti da cinque anni. Entrambi sposati, entrambi con figli, entrambi insospettabili e dalla (presunta) vita irreprensibile. Le nostre sono famiglie normali; i nostri coniugi, i nostri figli, i nostri colleghi e i nostri amici non sospettano assolutamente nulla tranne due persone un amico e un’amica per ciascuno che sanno tutto (hanno amanti anche loro, ma sono partner occasionali, in cambio continuo grazie a Tinder, noi “nella nostra infedeltà siamo fedeli”). Siamo molto attenti, ma anche creativi nell’organizzare i nostri incontri, la vita lavorativa di entrambi ci aiuta a creare le occasioni per vederci. Siamo in contatto telefonico e con messaggi più volte al giorno durante la settimana, ovviamente di meno nei weekend, negli orari serali o durante le vacanze. Ci vediamo almeno una volta alla settimana, ogni tanto riusciamo persino a organizzare delle notti fuori insieme. Niente pranzi o cene, pizze, cinema o musei. Ci vediamo solo per fare l’amore, magari un caffè insieme subito dopo. Siamo grandi clienti dei portali di hotel a ore nel centro di Milano. Ci entusiasma il sesso tra di noi, viviamo di quello e per quello, consumandoci ogni volta di piacere reciproco. Sappiamo tutto, o quasi, della vita familiare del partner, ma non parliamo mai dei problemi che ci aspettano a casa. Nel nostro mondo, noi la chiamiamo Bolla, ci siamo sempre e solo noi al centro, il resto sta fuori. Abbiamo trovato questo sorprendente equilibrio affettivo-sessuale, che trasferisce serenità anche nel resto delle nostre giornate. Non abbiamo progetti di lasciare le nostre famiglie per metterci insieme. Siamo grati, felici e appagati dei nostri momenti d’amore fisico. Ci rendiamo conto di non essere santi. Ma ci chiediamo spesso se non sia proprio questa nostra relazione a renderci sereni e garantire la continuità delle nostre vite familiari. Non abbiamo sensi di colpa, rimorsi. Dovremmo? Nel dubbio, per adesso continuiamo.
Li Sostrato
CARI AMANTI FELICI E CONTENTI per la prima volta a scrivermi non è un Io, ma un Noi. E, ironia della sorte, si tratta di una coppia clandestina. Resta da capire perché vi siete rivolti a una rubrica di affari sentimentali, dal momento che non sembrate avere suggerimenti da chiedere né dubbi da condividere. Forse volevate celebrarvi, e un po’ anche rassicurarvi sulla bontà delle vostre scelte. Avete creato un’entità autonoma (“la Bolla”) che vi garantisce un equilibrio perfetto. Immagino che abbiate smesso da tempo di desiderare i vostri coniugi, ma che al tempo stesso abbiate con loro un rapporto civile e affettuoso, o comunque non sufficientemente infernale per giustificare un divorzio che procurerebbe disagi ai figli. Non potendo però abolire per decreto il desiderio di fare l’amore con una persona che vi ecciti, avete avuto cura di trovarne una che condivida la vostra stessa situazione e quindi le vostre esigenze, creando un legame parallelo stabile come quello ufficiale.
Avete trasformato anche il rapporto adultero in una istituzione. Clandestina, certo. Ma con abitudini altrettanto consolidate. Siete la versione moderna (e meno maschilista) di quel nonno di Montanelli che ogni mese salutava i parenti per andare due giorni in calesse “alla fiera di Lucca”, anche se tutti sapevano che a Lucca non c’era nessuna fiera, ma la sua amante, e che quelle quarantott’ore di svago mensile erano il prezzo da pagare per mantenere l’armonia familiare. Là tutti sapevano e nessuno parlava. Qui voi immaginate che i coniugi non sappiano, ma permettetemi di dubitarne. Devono amarvi davvero poco, se in cinque
«CI ENTUSIASMA IL SESSO FRA NOI, VIVIAMO DI QUELLO E PER QUELLO. POI CIASCUNO TORNA DALLA PROPRIA FAMIGLIA NORMALE»
anni non hanno mai nutrito neanche un sospetto sulle vostre doppie vite.
Ma ammettiamo che sia così. A casa le sicurezze e le gioie della famiglia. Nell’alcova le emozioni del sesso, costanti ma fugaci, così da non correre mai il rischio di diventare noiose. Una pacchia, dal vostro punto di vista. Però fino a quando può durare? La risposta è facile e fragile: fino a quando la situazione rimarrà in equilibrio, precario per definizione. Troppe le variabili e le incognite. La più banale è che uno dei coniugi traditi mangi finalmente la foglia e cacci il partner di casa oppure lo costringa a scegliere. Il vostro castello salterebbe per aria e finireste per lasciarvi o, al contrario, per mettervi insieme. Ma una perfetta coppia di amanti paralleli riuscirebbe a mantenere la stessa sintonia e intensità, se cominciasse a vedersi tutti i giorni? Si dice con qualche ragione che la quotidianità sia la tomba dell’erotismo e voi, che sull’eros avete puntato tutto, potreste scoprire di non avere più niente… Ecco, mi avete portato là dove forse volevate che andassi: a suggerirvi di continuare a vivervi alla giornata, come se ogni incontro fosse l’ultimo, che poi è il modo migliore per farvi credere che sia sempre il primo.
Seconda puntata
Caro Massimo, sono Bandierina, la ragazza innamorata di un’altra lei: qualche mese fa ti ho scritto cercando consiglio e ora voglio raccontarti cos’è successo. Dopo la tua risposta mi ero decisa a capire, oltre i miei, anche i suoi sentimenti. Lei che ha rimesso in moto il mio cuore, porta nel suo un’altra persona. Mentre io mi arrovellavo, la risposta è arrivata da sola: ad una delle cene tra amici, si è presentata con il fidanzato. Ho cercato di vedere il lato positivo, almeno avevo avuto una risposta senza espormi troppo. Ma come può una risposta trasformarsi in certezza se ogni volta che Lui non c’è, Lei riprende a comportarsi con me come prima? Con Lei sto cercando di mantenere le distanze, credo che sia possibile che senta qualcosa per me, ma molto probabilmente non lo sa interpretare o non vuole. Adesso che finalmente sto facendo pace con me stessa, non voglio rimanere in balia di persone indecise. C’è una vita nuova davanti a me e voglio viverla completa e felice.
In risposta ad Alberto
Bandierina
Caro Massimo, ho letto con attenzione su qualche numero fa la lettera di Alberto relativa alla perdita della propria vita sessuale dopo l’intervento di rimozione della prostata per tumore. Dopo l’intervento non si può più avere figli ma la sensibilità è sempre mantenuta ed in alcuni casi è più forte rispetto a prima dell’operazione. Sono molto vicino ad Alberto, ma vorrei sottolineare che anche dopo un’operazione come la sua è possibile vivere una bella vita sessuale (in particolare per i giovani, ma non solo).
Francesco Montorsi, urologo