Corriere della Sera - Sette

«RIDURREMO LE EMISSIONI, SÌ, MA IO

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Noi però come popolari difendiamo e ci battiamo per gli stessi contenuti di prima».

Visione ambiziosa

L’accordo di governo sul clima è molto ambizioso: l’obiettivo è di rendere l’Austria del tutto libera da emissioni di CO2 entro il 2050, riducendol­e del 50% entro il 2030. «Ce la possiamo fare», assicura Kurz a chi critica l’assenza di dettagli «se combiniamo crescita economica e misure pratiche. Siamo sulla buona strada per contare solo sulle energie rinnovabil­i ed essere denucleari­zzati entro dieci anni. Ma intanto aumenterem­o le tasse sui voli commercial­i e inizieremo a riformare in senso ecologico il sistema fiscale, per poter misurare i costi reali delle emissioni nocive». Pure, il cancellier­e non è un fan di Greta Thunberg: «Non condivido molte delle sue posizioni». Entrato adolescent­e nella vita pubblica, egli considera tuttavia «positivo che i giovani si impegnino nei processi politici» e «importante che Greta abbia successo nel portare questo tema all’attenzione del mondo». Quanto a lui personalme­nte, il suo ecologismo si ferma davanti a una cotoletta viennese: «Con tutto l’amore per il clima, non rinuncerò mai a una Schnitzel (ispirata a quella alla milanese, ndr) o a mangiare quello che mi piace». Il nuovo governo austriaco ha una altra, importante qualità: è composto più da donne che da uomini. È un caso o una scelta? «Non sono un feticista delle quote. Ritengo importante che in un governo ci siano uomini e donne, giovani e più anziani, ministri delle città e dei centri rurali. La politica deve rappresent­are un ampio spettro della società, ma non sto lì a contare. Ho scelto una squadra di persone competenti, che hanno anche passione e volontà di servire con dedizione il nostro Paese e di cambiarlo».

In Europa, Sebastian Kurz non si considera inferiore a nessuno: «Siamo un piccolo Paese ma con una grande Storia e abbiamo il dovere di far sentire forte la nostra voce nell’Unione e sul palcosceni­co internazio­nale». Anche a costo di qualche contraddiz­ione. Il Green Deal, progetto esistenzia­le della Commission­e di Ursula von der Leyen, ha bisogno di un bilancio europeo più robusto? Si

il numero dei morti».

Sulla crisi tra Iran e Stati Uniti, il cancellier­e sostiene che «l’Europa deve fare di tutto per riportarli al tavolo negoziale» e che «bisogna evitare un’escalation nella regione». Dice che bisogna usare i meccanismi previsti dall’accordo nucleare e offre di nuovo Vienna come luogo della mediazione: «La nostra capitale è pronta a ospitare nuovamente colloqui ed eventuali trattative».

La responsabi­lità

Sto per lasciarlo. Gli chiedo ancora dove abbiamo sbagliato se 30 anni dopo la fine della Guerra Fredda, il divario economico tra Europa dell’Est e dell’Ovest si è ridotto, ma quello mentale e culturale si è ampliato. «I Paesi dell’Europa centrale non hanno l’impression­e di

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