«QUANDO VIDI IL CORPO DI BETTINO: UNA SCENA INSOPPORTABILE»
Claudio Martelli è stato il numero due del Psi travolto da Tangentopoli, vice premier di Giulio Andreotti e ministro della Giustizia molto vicino a Giovanni Falcone. Nella piccola guerra civile che divide gli italiani tra chi rimpiange Bettino Craxi come uno statista costretto all’esilio e chi lo considera un delinquente morto latitante, lui appartiene ovviamente alla prima categoria. Ha appena scritto un libro (L’antipatico, Nave di Teseo) per ribadire i meriti craxiani e per denunciare la coalizione di poteri che si adoperò per plasmare il mito nero del leader socialista e per favorirne la caduta.
L’intervista si svolge nel suo appartamento romano. Il citofono non funziona e Martelli è costretto a scendere quattro piani per aprire il portone. Si accende un piccolo dibattito sulla totale assenza di manutenzione che avvolge la Capitale e sulle differenze con Milano, dove lui è nato e cresciuto, e dove vive metà della settimana. Lo sfogo prosegue sulla politica di oggi: ministri incompetenti, aggressioni sui social-network, nessuna riflessione o visione di lungo periodo: «Si salva poco».
Che cosa si salva?
«Situazioni come quella dell’attuale Pd milanese, dove è nato un gruppo di giovani che non ha nul
Ha 76 anni, ha appena scritto un libro sulla sua esperienza come delfino dell’ex leader socialista («sette anni in simbiosi») e ha una fidanzata (economista e deputata del Pd) più giovane di quasi 40 anni. Di Craxi dice «La tragica verità è che dal 1987 in poi non ne ha più azzeccata una»