Unborn children,
E così gli unborn children sono finiti al centro di una «guerra culturale per definire l’America», per citare il sociologo dell’Università della Virginia James Davison Hunter, che già nel 1991 sosteneva che l’aborto fosse una delle grandi questioni divisive che spaccano in due il Paese. Secondo Johnson, però, si tratta soprattutto di un tema legale. «La principale ragione di disaccordo fra i due schieramenti riguarda il bambino non ancora nato: per noi è una persona che ha diritto alla protezione della legge, per loro invece le donne hanno questo diritto sul proprio corpo, e quindi possono abortire in qualsiasi momento».
Per impedirlo, negli ultimi due anni i conservatori hanno portato avanti numerosi heartbeat bill, norme che vietano l’aborto in presenza di battiti cardiaci: un tempo sarebbero state considerate radicali, ma nell’America di Trump sono diventate la norma per le amministrazioni repubblicane. In Georgia, per esempio, una legge ha concesso lo status di persona ai feti e permetterà e che porterebbe alla chiusura delle cliniche che praticano aborti, potrebbero essere più pericolose», spiega il sito Vox.
Il caso Illinois
Gli Stati più progressisti — New York, Vermont e Rhode Island fra gli altri — rispondono approvando leggi che proteggono l’aborto anche in una fase avanzata della gravidanza. In Illinois ce n’era una in stallo da mesi ma, quando a maggio è arrivata un’ondata di provvedimenti restrittivi nella Bible Belt, la fascia più religiosa e conservatrice d’America, i movimenti per i diritti riproduttivi hanno esortato il parlamento di Springfield ad agire, organizzando una marcia con 70 donne vestite da ancelle come le protagoniste della serie tv The Handmaid’s Tale. Dopo due settimane, è stata approvata una legge che dichiara l’aborto «un diritto fondamentale» e sostiene che «ovuli fecondati, embrioni e feti non hanno diritti indipendenti».
L’Illinois «sarà un faro di speranza essere protetti, come riconosciamo i loro diritti in altre situazioni: l’eredità per esempio, o come vittime separate di crimini», ci dicono dalla la più longeva organizzazione antiabortista americana, operativa dal 1968.
Già da tempo, comunque, l’Illinois — anche per la sua vicinanza geografica a Stati governati dai Repubblicani — era una destinazione per le rifugiate dell’aborto, come le ha definite il governatore: nel 2017 sono state 5.500 le donne non residenti che hanno effettuato un’interruzione di gravidanza all’interno dei confini statali. Chi non se lo può permettere viene aiutato da organizzazioni no profit come
che raccolgono fondi per le spese di viaggio. La domanda è in crescita, sostiene la direttrice esecutiva Leah Greenblum: «In 4 anni e mezzo abbiamo assistito 600 persone. Anche prima c’erano restrizioni, ma da quando Trump è stato eletto le cose sono peggiorate».