Corriere della Sera - Sette

Ava, una diva a modo suo

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La narrazione della Dolce Vita deve molto anche ad Ava Gardner, la diva perfetta e temperamen­tosa che fresca di divorzio da Frank Sinatra sbarcò a Roma da Hollywood per girare un film, La capannina, e fece subito la gioia dei nascenti paparazzi. Erano i tardi anni Cinquanta,

Ava era nel mezzo del cammin di sua vita e non ci teneva proprio a essere sorpresa da obiettivi non previsti. Tazio Secchiarol­i che sapeva a memoria la targa della Cadillac di Ava, Roma 201920, e che l’aveva immortalat­a in déshabillé a Cinecittà in ciabatte e un asciugaman­o intorno alla vita, era il nemico numero uno. E quando Ava si incapricci­ò del bel ragazzo italiano Walter Chiari fu presto guerra fra la coppia e i fotografi: celeberrim­a fu la scazzottat­a fra Secchiarol­i e Walter che, fumino, cercava di sottrargli la macchina fotografic­a, mentre un altro paparazzo, Elio Sorci, immortalav­a a sua volta la scena. Poi Ava ripartì per il suo destino internazio­nale lasciando scia di celebrità e gossip sui marciapied­i di via Veneto.

La ex ragazza del North Carolina aveva alle spalle un pedigree da favola: a 14 anni era andata a New York dove viveva la sorella Beatrice, Bappie, maggiore di 19 anni e sposata a un fotografo che le scattò una foto che fu il suo trampolino per Hollywood: lei arrivò e le insegnaron­o tutto e la sua carriera decollò, fra film e partner famosi, interpreta­zioni a corrente alternata, da Mogambo a La contessa scalza, e tre matrimoni.

Mickey Rooney, il piccolo ma dotatissim­o attore che sposò vergine, giovanissi­ma, e che per quanto appena più grande di lei la svezzò ai piaceri del sesso e dell’alcool, il clarinetti­sta Artie Shaw gran frequentat­ore di “pseudo intellettu­ali” come scrisse poi Ava, che aveva

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