Promessi sposi
della cittadinanza, nelle tre stanze adibite alla lettura, tutto il meglio per essere informati e per conoscere. Non genericamente. Per promuovere la «civiltà nuova» non potevano mancare: i giornali e le gazzette apparsi nelle maggiori città italiane, i fogli francesi più accreditati, alcuni dei migliori periodici inglesi e tedeschi, carte geografiche, dizionari e altri volumi di consultazione, «tutto ciò che è necessario a scrivere». Orario d’apertura dalle otto del mattino alle dieci di sera, con prezzi d’abbonamento variabili: dai 90 paoli per un anno ai 10 per una settimana, ai 2 per i forestieri di passaggio che potevano trattenersi una sola giornata. Non si trattava di quote di iscrizione popolari se è vero, come avverte Desideri nel catalogo, che un manovale locale guadagnava allora l’equivalente di circa 3 paoli al giorno. D’altra parte, l’ambiente fu pensato, sin dagli arredi, per una clientela più che borghese: un diplomatico austriaco, principi e incaricati d’affari russi, banchieri, il viceconsole statunitense, oltre ai sostenitori fiorentini. La lettura doveva essere studio per alcuni, informazione e ricreazione per altri. Nel 1822 alla biblioteca per consultazione si aggiunge la biblioteca circolante, con i prestiti, arricchita dall’arrivo di tante novità in lingua originale e in traduzione. È un servizio e un’officina, il Vieusseux, dove si stampano anche riviste (l’Antologia ,il Giornale Agrario ,la Guida dell’educatore , l’ Archivio storico italiano) e nei cui locali vengono organizzate ogni settimana, dal fondatore e dal suo «crocchio», serate con ospiti prestigiosi.
Gli inviti a stampa per informare gli amici e i soci sono oggi veri e propri cimeli, come quello conservato tra le carte di Giacomo Leopardi a Recanati, datato 3 settembre 1827, che porta il nome di Alessandro Manzoni. Fu proprio quella sera in Palazzo Buondelmonti che