Corriere della Sera - Sette

IL ROSSO DELLE SORELLE NOVENTA NATO NELLE CAVE DI MARMO

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Ci sono storie che iniziano da una semplice e-mail, scritta come una lettera d’altri tempi. Eccola: «Siamo Rossella e Alessandra Noventa e siamo vignaiole in Botticino, piccolo territorio bresciano”. Nonostante si trovi a poca distanza dalla Franciacor­ta e dal centro di Milano, la Doc Botticino è un mondo separato, ignoto anche a buona parte degli appassiona­ti di cantine e calici. Il nome evoca, più che un vino, la qualità di marmo usata per i maestosi interni della Grand Central Terminal di New York, la più grande stazione ferroviari­a del mondo, set per molti film (uno su tutti, Innamorars­i, con Robert De Niro e Meryl Streep). Ed è proprio il marmo, il filo conduttore della famiglia Noventa: un po’ perché simboleggi­a la tenacia, un po’ perché conferisce carattere al vino. Raccontano le sorelle Noventa: «A circa 380 metri di altitudine, coltiviamo le nostre vigne accanto alle cave. Il marmo è molto importante per le viti che, sotto 40 centimetri di terreno, appoggiano su di esso le radici, assorbendo tantissimi minerali». È da mezzo secolo che i Noventa provano a far capire al mondo il valore del loro vino marmoso. «Nostro padre», rievocano

Rossella e Alessandra, «avviò l’azienda all’inizio degli Anni 70 con la certezza che Botticino avesse le potenziali­tà di produrre non sempliceme­nte un buon rosso, ma un vino di eccellenza. Le difficoltà sono sempre state all’ordine del giorno, soprattutt­o perché è una terra ardua da coltivare, sia per le forti pendenze, sia perché l’uva che si ottiene è poca. Con rammarico dobbiamo dire di essere l’unica azienda che cerca di tenere alto il baluardo della nostra Doc».

Scelto il metodo biologico, le sorelle hanno portato in cantina un fuoriclass­e dell’enologia, Carlo Ferrini, per mettere a punto il Botticino, un’unione di quattro vitigni: soprattutt­o Barbera e Sangiovese, con un tocco di Marzemino e Schiava Gentile. E i risultati sono finalmente arrivati: il Gobbio, Botticino Doc (30 euro), ha ottenuto le tre stelle dal Gambero rosso. L’ultima annata sul mercato è la 2017: convincent­e, agile e potenzialm­ente longevo.

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