Il surfista Luis cavalca l’onda del tema sicurezza
«È tempo di riprendere il controllo delle strade. Con la forza, se necessario». Maniche rimboccate e parole da duro. È questa l’immagine con cui ha conquistato (al secondo tentativo) la presidenza dell’Uruguay. Luis Lacalle Pou, 46 anni e tre figli, ha centrato i temi e i toni giusti. La questione sicurezza, innanzitutto: omicidi e rapine hanno avuto un’impennata, a Montevideo ci sono zone off limits pure per la polizia. Dopo 15 anni il pendolo del potere ha ripreso a oscillare in un Paese di tre milioni di abitanti più vasto dell’Inghilterra: la sua Coalición Multicolor centrista ha scalzato il Frente Amplio di sinistra. Difficile, però, almeno a breve, che pensi a mettere mano alle contestate riforme dei predecessori: matrimoni gay, depenalizzazione dell’aborto, legalizzazione della cannabis. Il neopresidente, surfista fin da adolescente, ha imparato a prendere l’onda giusta anche in famiglia: è figlio d’arte – padre presidente, madre senatrice – e bisnipote del fondatore del partito. E allora, primum mantenere le promesse elettorali, e lui pensa a schierare l’esercito e ad alzare le pene. Ma Lacalle è pure un cacciatore: sa che per colpire il bersaglio grosso deve mirare dritto al cuore. È l’economia stagnante da scuotere il suo altro tema vincente. Così punta a tagliare la spesa pubblica e ad attrarre i soldi dei ricchi argentini riducendo loro le tasse. Come con i cinghiali, la preda preferita, dovrà però sparare a colpo sicuro.