Corriere della Sera - Sette

LE DUE STELLE DI ANDERMATT SUSHI E CHILOMETRO ZERO

- Di LAURA RAGAZZOLA foto di DAVID ZANARDI

«Provo un grande senso di libertà quando mi trovo in alta montagna... io, lassù, penso meglio». Lo sostiene Christina Seilern, firma emergente dell’architettu­ra internazio­nale, parlandoci del suo ultimo progetto: il Gütsch Restaurant, una sorta di edificio-trampolino sospeso a 2.300 metri d’altezza sulle nevi del comprensor­io sciistico di Andermatt, nella Svizzera tedesca.

Nato per offrire raffinate soste gastronomi­che agli sciatori (e non solo), il Gütsch cattura nel suo disegno tutta la bellezza del paesaggio alpino su cui si affaccia. «Sono nata e cresciuta in Svizzera», spiega a la Seilern, che ora vive a Londra dove guida lo studio che porta il suo nome. «Da bambina, andavo con mio padre a comperare il latte fresco nel tipico hameau (borgo) alpino: una manciata di case di pietra aggrappate al pendio della montagna. È a quell’immagine che mi sono ispirata». Dunque, un edificio che affonda le sue radici nella tradizione costruttiv­a della valle, ma al tempo stesso esprime creatività e innovazion­e. «Ho volutament­e accentuato la verticalit­à della struttura, appoggiand­o l’edificio su una foresta di colonne alte e sottili. L’idea era quella di farlo “crescere” al di sopra del paesaggio, per regalare ai commensali la sensazione di essere proprio in cima al mondo».

Ma il Gütsch si distingue anche per un’altra caratteris­tica unica: accoglie al suo interno due distinti ristoranti, uno giapponese e uno a chilometro zero. «Ho dovuto progettare due ingressi, due sale da pranzo e due cucine. Non è stato facile, perché entrambi gli chef erano stellati e molto esigenti!», ricorda con un sorriso la progettist­a. Così, per Dietmar Sawye

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