Corriere della Sera - Sette

Legami e senso di appartenen­za Come funziona il gruppo

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Il gruppo di auto mutuo aiuto per superare il dolore del lutto di Legnano (su Facebook alla pagina @luttoautom­utuoaiutol­egnano, email è nato nell’ottobre del 2016: un paio d’ore la settimana allo Spazio Incontro Canazza di via Colombes 69, partecipaz­ione libera e gratuita. Facilitatr­ice del gruppo è Maria Cristina Cozzi, che in questi quattro anni ha portato il gruppo ad avere una propria identità, creando fra i membri legami e senso di appartenen­za. Con il tempo l’esperienza si è allargata a persone che abitano per lo più in Lombardia e Piemonte, ma non solo: la pagina Facebook

«Genitori x sempre» (@genitorixs­empregrupp­oama) e il gruppo aperto su WhatsApp hanno permesso di ampliare il raggio d’azione, con incontri mensili anche in altre zone d’Italia. Caratteris­tica di questo genere di gruppi è accompagna­re chi ne fa parte per un certo periodo, fino ad un’evoluzione che consente loro di percorrere la propria strada. conto che tu, comunque, sei altro, che vuoi lasciare un segno diverso del tuo passaggio su questa terra. Quando le mie figlie mi ricorderan­no, dovranno sorridere, non pensare a quanto sono stata male, a quanto ho sofferto. E un’altra cosa: tu, Vittoria, non hai colpa di nulla. E parlo per esperienza diretta. Quando stai davvero male, non ti aspetti che nessuno faccia niente per te. Io mi sono aggrappata alla vita con i denti, volevo venderla cara questa pelle. Ma da quel letto d’ospedale non mi aspettavo niente dagli altri. E non ho dato la colpa a nessuno».

Michele: «Il dolore è come il bungee jumping. La prima volta cadi nel punto più profondo, poi cadi, ancora e ancora e ancora, ma sempre un po’ più su. Facciamo fatica a percepire i nostri progressi, però ci sono. Diamoci sempre del tempo. Un passo alla volta».

Non tutti nel gruppo parlano. Davide: «Oggi non ho le parole. Preferisco ascoltare voi».

Mamme per sempre

È così che Maria Cristina, Vittoria, Patrizia, Liliana, Jolanda si presentano: mamme per sempre dei loro figli perduti e ritrovati. «Le persone che, loro malgrado, hanno assistito come spettatori alla mia tragedia», racconta Maria Cristina, «e mi hanno vista all’imbocco del tunnel, chiudendo gli occhi perché non avevano il coraggio di guardare, a distanza di anni sono ancora ferme là, pietrifica­te dalle loro paure e dalla prospettiv­a che la vita si concluda con il buio. Io, che ho dovuto percorrere quel tunnel centimetro per centimetro, ho scoperto quanta luce si veda stando nell’ombra. Di quella luce adesso mi nutro. C’è una foto di Federico, scattata nel suo ultimo giorno di vita terrena: è seduto sulla sabbia, sorride, ha le braccia allargate come se volesse contenere l’universo. Io ogni mattina mi alzo e abbraccio il mondo, come mi insegna a fare mio figlio nella fotografia».

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Qui sotto, Sandro Bisciardi, 60 anni, e Patrizia Giannella, 57, di Luco dei Marsi (L’Aquila): il loro figlio Emilio, 22 anni, li ha lasciati alle 6.30 della mattina, un incidente stradale mentre si recava al lavoro nella sua azienda agricola
A sinistra, Lucilla Beniani e Paola Raimondi: entrambe hanno perso il marito. Qui sotto, Sandro Bisciardi, 60 anni, e Patrizia Giannella, 57, di Luco dei Marsi (L’Aquila): il loro figlio Emilio, 22 anni, li ha lasciati alle 6.30 della mattina, un incidente stradale mentre si recava al lavoro nella sua azienda agricola
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