FACEVO VOLARE I MICROFONI»
mista. Era contro il pensiero massificato. In questo esattamente come Ombretta.
La svolta
Nel gennaio del 1966 nasce Dalia e insieme alla gioia immensa arriva anche lo sconvolgimento professionale. Nonna Franca (mamma di Ombretta) si trasferisce nella loro casa milanese diventando a tutti gli effetti il terzo genitore di Dalia. Ombretta è senza dubbio una madre amorevole, ma non certo devota al focolare. Sceglie il parto indolore, e per questo viene fortemente contestata. Comincia un rapporto difficile spesso con le giornaliste che sembrano non amare i suoi paradossi, non gradire le sue provocazioni. È una vera femminista, donna autodeterminata che decide le regole del gioco. Tanto
da stilare un decalogo proprio per risultare odiosa al pubblico: «Non farsi mai fotografare con i figli», «Indossare abiti appariscenti e provocatori», «Essere a favore del divorzio», «Dichiarare di essere contrari alla maternità», «Affermare di essere disposta a sacrificare la famiglia per la carriera». Si può immaginare a metà degli anni Sessanta un atteggiamento simile... Ma non indietreggia di un millimetro, anzi. Spavalda, gira le balere la sera a cantare e il pubblico la ama perché lei cerca il contatto con la gente vera. Canta La mia mama, Lu primmo ammore, Salvatore brani leggeri, divertenti, ma dai testi certo non maschilisti, anzi. È molto attraente, tra scollature e minigonne, e i complimenti, anche pesanti e volgari, da parte del pubblico maschile non mancano.
E lì Ombretta si infuria e fa volare i microfoni («quelli pesanti» ) in testa al «molestatore» di turno, arrivando a liti furibonde. Sul rispetto non transige Ombretta e il suo attivismo femminista è molto intenso in quegli anni. Una riflessione sul femminismo, signora Colli, ieri e oggi. «Il Femminismo ancora oggi lo intendo come essere sé stessa, con il proprio carattere, forte delle proprie scelte. Purtroppo ancora oggi ho amiche che si fidanzano, si sposano e poi mi dicono “Sai lui non vuole che io faccia l’avvocata”. Amiche con tante potenzialità, con una intelligenza vivace, che finiscono per accasarsi facendo bambini. Finché è una scelta propria va bene, ma quando non è così... L’indipendenza soprattutto economica non andrebbe barattata con niente». Siamo an
della sua carriera di artista autonoma. Lo spettacolo a cui Ombretta è legatissima ancora oggi è Una donna tutta sbagliata, due ore e mezza di show da sola al Teatro Sistina di Roma «che non è un palcoscenico, è un colosseo. Ancora adesso quando ripenso a quella meravigliosa esperienza, forse la più bella della mia vita, penso che quando tu credi molto in una cosa, molto probabilmente ti riesce bene».
Il dolore
La fine degli Anni 80 per Giorgio significa malattia ed è costretto a rallentare; per Ombretta significa la decisione di buttarsi in politica. Giorgio non votava dal ‘75, ma
io più autentico e non consapevole verso uno stato più basso, per così dire, fatto di istinti bestiali: un calderone ribollente di passioni, impulsi, istinti, scriveva Freud. La scoperta dell’inconscio è stato un modo per riscoprire la nostra natura animalesca, al di là delle costruzioni umanistiche che hanno dominato per secoli. «La massima "Conosci te stesso" in bocca a un dio e indirizzata a degli uomini, è quasi una malvagità», ha commentato Nietzsche. Per Plotino è esattamente il contrario: ciò di cui non sempre siamo consci è ciò che ci riconduce verso una dimensione intelligibile e divina, è ciò che ci fa riscoprire la nostra parentela con quanto vi è di più nobile.
C’è qualcosa di divino, dentro di noi, ed è la nostra intelligenza.