FRANCO BERRINO «PUNTATE LA SVEGLIA PER ANDARE A DORMIRE NON PER ALZARVI»
«Questa mattina appena sveglio ho fatto yoga con i miei consueti saluti al sole, poi mi sono preparato una meravigliosa colazione: ho macinato l’orzo decorticato del Casentino, ci ho aggiunto dei fiocchi d’avena, un’ albicocca secca tagliata a pezzettini e ho fatto bollire tutto per 7 minuti. Al mio porridge ho aggiunto una mela a pezzetti, perché non dobbiamo mai dimenticarci di masticare, bene e a lungo». Franco Berrino, classe 1944, è il medico specializzato in epidemiologia dei tumori, dal 1975 all’Istituto dei Tumori di Milano, che attraverso pubblicazioni scientifiche e divulgative, ha instillato nelle persone un nuovo modo di nutrirsi e di vivere. Il suo ultimo saggio fa un passo in avanti, verso il Tao: Il cibo della saggezza. Che cosa ci nutre davvero, edito da Mondadori e in libreria tra una settimana, riepiloga regole di vita e buone abitudini alimentari durante una passeggiata con un maestro taoista, Marco Montagnani, conosciuto in Toscana, dove entrambi passano buona parte dell’anno. «Io volevo approfondire il Tao, lui voleva saperne di più di cibo sano: era inevitabile che ci incontrassimo. Adesso sarei dovuto essere lì, nella splendida Villa La Mausolea che i monaci camaldolesi ci hanno messo a disposizione per l’Associazione La Grande Via : un corso di tre settimane dedicato agli ultrasessantenni, per riscoprire una nuova vitalità attraverso l’alimentazione e la meditazione. Lo faremo a settembre, adesso dobbiamo rispettare le regole imposte da questa pandemia».
Professore, come sta vivendo questo periodo?
«Sto nella mia casa di Milano, rispetto le regole, la cosa che sta succedendo al Pianeta è seria e bisogna essere rigorosi. Ma è anche un tempo prezioso per prenderci cura di noi: attraverso il cibo possiamo difenderci dagli attacchi dei virus, Pasteur ci ha insegnato che i microbi si comportano in modo diverso in base al terreno che incontrano. E il nostro terreno siamo noi».
La gente è tornata in cucina per vincere la monotonia.
«Ben venga, purché sia sana e potenzi le nostre difese immunitarie: chi usa una alimentazione ricca di fibre come cereali, pasta integrale, verdure e legumi muore meno di cancro, di infarto e di malattie infettive. Questo ad esempio non è il momento di mangiare tanta carne: l’unica che non aumenta i processi infiammatori è quella del pesce. Sul mio profilo Facebook ho pubblicato la ricetta di una torta senza zucche
LO STUDIOSO EPIDEMIOLOGO: IL VIRUS? POSSIAMO DIFENDERCI ATTRAVERSO IL CIBO POTENZIANDO LE DIFESE IMMUNITARIE. PASTEUR CI HA INSEGNATO CHE I MICROBI SI COMPORTANO IN MODO DIVERSO IN BASE AL TERRENO (CIOÈ NOI)
ro, con mandorle, noci, mele e una finta crema pasticcera vegetale». «Abbandona ciò che è fuori, coltiva ciò che è dentro»: il suo libro si apre così.
«Dieta occidentale, vita sedentaria e mancanza di vita spirituale sono tra i fattori scatenanti del cancro. C’è un interessante studio di Harvard condotto su 120 mila infermiere americane e a parità di consumo di tabacco, abitudini alimentari e stili di vita, quelle che andavano al tempio o in chiesa avevano una mortalità inferiore del 30 per cento. Non era solo per un atto di devozione: le afroamericane cantavano gospel e cantare è estremamente liberatorio».
In questi giorni a casa infatti si è cantato molto dai balconi.
«L’ho trovato magnifico, un’idea geniale: quando canti liberi la mente e il cuore. Da piccolo per le vie del paese sentivo le donne cantare: oggi non lo fa più nessuno».
Nel nuovo libro ci svela anche un pezzo della sua infanzia felice.
«Sono stato un bambino di campagna, vissuto ai margini di una miniera d’amianto. Ero molto sereno, solitario e abbastanza studioso. Sognavo di fare l’architetto per emulare mia sorella, poi quando nelle biblioteche di Torino ho letto i primi libri di psicanalisi mi sono appassionato all’idea di aiutare le persone malate di mente. Ma un professore particolarmente coinvolgente
«SONO STATO UN BAMBINO DI CAMPAGNA, VISSUTO AI MARGINI DI UNA MINIERA D’AMIANTO. SOGNAVO DI FARE L’ARCHITETTO PER EMULARE MIA SORELLA. POI HO SCOPERTO L’ANATOMIA PATOLOGICA GRAZIE A UN PROFESSORE MOLTO COINVOLGENTE»