Aspettarlo o lasciarlo andare?
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Caro Massimo, lui è sposato con la fidanzata del liceo e padre (superbo) di una bambina piccola. Il loro è un matrimonio in apparenza indistruttibile, un’esigenza borghese assecondata in modo quasi scientifico
(lo ammette anche lui). Sostiene di non avere sensi di colpa per i tradimenti (prima di me ce ne sono state altre). Sua moglie è la persona con cui si vede invecchiare, c’è un affetto sincero. Ma, al contempo, dice che, se lo avesse capito prima, avrebbe scelto me: sono la donna della sua vita. Io non gli ho mai chiesto nulla. Poi, pochi mesi fa, accade una cosa che pensavo impossibile. I litigi con la moglie sono incessanti, veementi, spiacevoli. Mi espone il suo piano: appena avrà la possibilità di mantenere figlia, mutuo e una nuova casa per sé (aspetta un’eredità), staremo insieme senza nasconderci. Ma in queste settimane di clausura arriva il colpo di scena: lei scopre la nostra relazione. Lui ammette solo qualche notte di sesso
(per non distruggerla, sostiene). Lei gli lancia abiti e rasoio dalla finestra. Lui affitta un tugurio per una settimana, nel frattempo cerca una casa, pranza e cena con la bambina, trascorre quasi tutte le notti da me. Si sfoga: nulla è andato secondo il piano, si definisce un fallito, è divorato dal senso di colpa, ha perso ogni certezza. Poi la notizia: sua moglie ha un problema di salute (non grave, spero, ma dovrà affrontare un esame). Lui decide, e lo capisco, di tornare a casa per sostenerla e accudire la bambina. Ora mi dice che non sa nemmeno se sia innamorato di lei o di me. Dopo tanti «ti amo, se non mi aspetti cercherò di riconquistarti, sei la prima donna con cui abbia dormito abbracciato», dice che forse tenterà di salvare il suo matrimonio. O forse no. Non sa più nulla, ha perso la lucidità. L’ho provocato: mi faccia sapere se devo ritenermi libera e, nel caso, asseconderò qualche corteggiatore. Ovviamente, è l’ultima cosa che vorrei fare. Devo aspettarlo o lasciarlo andare?
Insonne
CARA INSONNE, poiché me lo chiedi in modo tanto risoluto, la risposta non può che essere «lascialo andare» e la riscriverei anche cinquanta volte di seguito, fino a ricomprendere l’intero spazio a me riservato. Credo che i lettori ne converranno con me senza bisogno di spiegazioni ulteriori, considerando più che sufficiente quella, intuitiva, che ciascuno di loro può avere tratto dalle tue parole. Ma per rispetto a te, che sei l’unica coinvolta emotivamente nella faccenda, vi aggiungerò un richiamo alla infallibile legge dello specchio, secondo cui l’esterno riflette sempre l’interno e le persone che ci compaiono davanti sono la rappresentazione visibile dei nostri stati d’animo. Se ti sei innamorata di un uomo confuso e indeciso a tutto, significa che la confusione regnava dentro di te e vi regna tuttora. Questi mesi trascorsi agli arresti domiciliari hanno avuto solo l’effetto di dilatarla, e forse anche di imporle un’accelerazione che può condurti in salvo. A patto che tu distolga l’attenzione dalle priorità di quell’uomo per concentrarti finalmente sulle tue. Hai accettato una relazione pasticciata e non esclusiva. Lo hai fatto solo per amore, oppure perché una parte di te non aveva voglia di impegnarsi veramente in una storia diversa? Puoi raccontarti quello che vuoi, ma in cuor tuo sai che da un uomo del genere avrai sempre docce fredde e montagne russe. Un modo come un altro per restare emotivamente vivi, ma è proprio questo che desideri? Prenditi tutto il tempo per trovare la risposta giusta. Però non farla dipendere dalle sue scelte, ma dalle tue.
«IN QUESTI GIORNI DI CLAUSURA, SUA MOGLIE HA SCOPERTO LA NOSTRA STORIA, ORA LUI HA PERSO LUCIDITÀ. E IO LO PROVOCO»
Caro Massimo, ho 35 anni e da qualche anno colleziono relazioni che presentano sempre lo stesso copione: presentazioni, uscite, sesso, divertimento, discorsi impegnativi… Poi io cerco, scrivo, chiamo e lui inizia a non rispondere, gli incontri si diradano e la questione si chiude. Ogni volta mi ripeto che ho imparato la lezione, ma alla fine ciò che rimane è il dolore di essere stata rifiutata, di non avere qualcuno per cui io sia la priorità. Tutto questo è amplificato da una solitudine generalizzata: non ho un gruppo di amici, né una migliore amica con cui parlare, sono da sempre precaria professionalmente, e questo mi impedisce di creare relazioni stabili, con colleghi e luoghi. Da anni cerco di uscire e di frequentare ambienti diversi per slegarmi da questa rete di solitudine, ma le relazioni che ho tentato di costruire erano soprattutto con rappresentanti di sesso maschile (sviluppate col copione di cui sopra), oppure con conoscenze-meteore (anche femminili) che non vedo né sento, a meno che non sia io a cercarle. Mi prendo buona parte di responsabilità; quando ero più giovane non ho colto l’attimo e adesso non posso pretendere che a 30 anni passati le persone stiano dietro a me, avendo già una loro rete di relazioni ben consolidata. Ma non si può certo dire che io non abbia poi tentato di modificare la mia condizione. Però non ci sono riuscita e l’unica certezza che ho nella vita è la mia famiglia. Ma non mi basta più. Tutte queste riflessioni trovano più sfogo ora, in questo tempo straordinario che tutti stiamo vivendo. E penso sia normale che proprio in questo momento mi venga ancora di più da chiedermi: qual è il mio 7 di cuori, la mia seconda possibilità?
Laura
CARA LAURA, mi hai messo in difficoltà. Per un postino del cuore è facilissimo sferzare gli ignavi e rassicurare gli incerti. Ma che cosa potrà mai suggerire a una donna che sembra averle provate tutte? Non ti si può neanche imputare un difetto di introspezione, dal momento che hai analizzato con la precisione di un’entomologa la sterilità dei tuoi rapporti umani. Il nodo è ingarbugliato, ma forse potresti ancora provare a scioglierlo concentrandoti sull’unica certezza che sostieni di avere. La famiglia. Sei sicura che i tuoi problemi di relazione non provengano proprio da lì? Nel tuo modo di proporti sembrerebbe esserci qualcosa di respingente. L’ansia di essere accettata, magari, ma non mi spingo oltre con le supposizioni, perché per farlo dovrei conoscerti di persona e non solo sulla carta. Mi chiedi quale sia la tua seconda possibilità, ma io posso dirti solo quando sarà: il giorno in cui, pur tra tante limitazioni, ricominceremo tutti a uscire di casa. Lo immagino come quando nei film si apre il portale di uno e i nostri eroi passano in un’altra dimensione. Sarà forse la sensazione di un attimo, prima di sprofondare nei vecchi automatismi. Ma in quell’attimo ciascuno di noi potrà giocarsi qualche sua carta segreta. O almeno così mi piace pensare. Spero che piaccia pensarlo anche a te.
HAI ACCETTATO UNA RELAZIONE PASTICCIATA. LO HAI FATTO PER AMORE O PERCHÉ UNA PARTE DI TE NON VOLEVA DAVVERO IMPEGNARSI?