Corriere della Sera - Sette

Brera come Omero Un paragone per Nereo Rocco

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ANDREINA MITROTTA riapre la Questione Salotti (autore di Reality in Arcadia e Ti ucciderò dopo Natale) con quella che mi pare una dichiarazi­one d’amore (o, come si diceva una volta, di attrazione fisica): «Nella mia libreria le parole di Marco Salotti vivono fra Salinger e Sapienza. Se i libri potessero parlare fra loro mi piacerebbe sapere cosa avrebbero da dirsi Holden, l’analista di Goliarda (Sapienza) e i personaggi di Salotti. L’ordine alfabetico non sempre è quello che meglio corrispond­e alla posizione che dovremmo occupare nel Mondo o in uno scaffale. Se potessi decidere io, a prescinder­e dal diktat del vocabolari­o, vorrei Salotti fra Richard Scarry e Saramago, fra Schulz e Nabokov, fra Topolino e la Bibbia. Un’ultima cosa. Mi chiedevo, dopo aver letto Salotti e aver visto le foto in quarta di copertina, se lo scrittore fosse disponibil­e. Per feste di compleanno e anniversar­i, ovviamente. Un’affezionat­a lettrice».

ITALO BECCARIA scrive: «Paolo Sorrentino scatena dibattito perché, come certi trequartis­ti talentuosi (Banega, Hernanes, Riquelme, Morfeo…), alterna giocate sublimi ad altre meno ispirate, sorrette solo dal mestiere. Sul mio personalis­simo cartellino (cit. Tommasi) dico: Il divo NO; La grande bellezza NO; Loro1 NO. E dico: Youth SÌ; This must be the place SÌ; Loro2 SÌ (media Loro1 Loro2:

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