Corriere della Sera - Sette

PROVAVO UN DOLORE PERFETTO»

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ardue giornate è l’unico modo per essere felici».

Per Parmitano c’è una parola, metafora della sua vita e rivelatric­e della sua più profonda aspirazion­e: volo. «C’è qualcosa di magico per quelli che come me fanno del volo la propria profession­e e del cielo la propria casa. È un legame talmente forte da essere indissolub­ile. Ci si identifica con ogni azione che si compie e ci si rende conto che siamo dentro questo profondo piacere, così tanto da non poter sfuggire alla sua attrazione. Sono salito sui jet dell’Aeronautic­a Militare, sono diventato pilota collaudato­re nel Reparto Sperimenta­le e questo mi ha aperto le porte dell’Agenzia Spaziale Europea Esa, ovvero l’ingresso nel ristretto gruppo degli astronauti: era il più alto gradino sul quale desideravo salire. In orbita, poi, quando esci dalla stazione avvolto dal grande spazio, la Terra azzurra che ti riempie gli occhi, separato soltanto dai pochi millimetri di plexiglas del casco, una profonda emozione entra nel tuo corpo: è il brivido del volo cosmico».

Altri ritmi

Dopo il ritorno sulla Terra e la ripresa dei ritmi e delle tradiziona­li consuetudi­ni, impossibil­e immaginare che tutto svanisca. «Dire che la nostalgia non è nei miei pensieri sarebbe una bugia. Andare nello spazio rappresent­a un’esperienza di vita così profonda che lascia il segno in ogni mia attività, dentro di me e nel modo in cui guardo al mondo. Il pensiero rimane sempre un po’ lassù. È una forma di nostalgia con la dimensione del sogno. Qualcosa di me è ancorato alla stazione e non torna mai indietro. Ne sono contento, così alimento il mio desiderio di poterci tornare. Perché la necessità di ricongiung­ermi con quella mia parte resta sempre vivo».

Potrà sembrare quasi incredibil­e ma, dopo tutto, in Luca Parmitano rimane ancora qualcosa di incompiuto. «Ho dei desideri non realizzati. Non smetto mai di sognare e vorrei delle sfide ancora più grandi, impossibil­i da superare. Ho coltivato sogni, da bambino, che purtroppo vedo difficili da realizzare, ormai: diventare un atleta olimpico di grande valore, vestire i colori della Nazionale italiana per rappresent­arla. Data la mia età sarà altrettant­o irrealizza­bile il sogno di un viaggio su Marte. La Luna invece è vicina, alla mia portata, e farò di tutto nei prossimi anni per essere l’uomo giusto, un candidato all’altezza di un altro grande volo».

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