SANNA MARIN MILLENNIAL AL COMANDO
A 34 anni è diventata premier in Finlandia. Figlia di genitori separati, è stata cresciuta dalla madre e dalla sua nuova compagna. E’ la prima laureata della famiglia e per mantenersi agli studi ha lavorato in panetteria. Ritratto di una giovane leader che sfiora il 90 per cento dei consensi in piena pandemia. E che considera il clima «il muro di Berlino» della sua generazione
Quel che più le pesava da piccola era «l’invisibilità», la polvere sottile che ti ricopre quando finisci fuori dal giro togliendoti l’illusione di essere come gli altri. Le sue due mamme però l’avevano convinta che niente l’avrebbe mai fermata e Sanna lasciò perdere le chiacchiere sulla sua famiglia arcobaleno troppo avanti anche per l’avanzatissima Finlandia. Oggi Sanna Mirella Marin è sotto la lente d’ingrandimento di un intero Paese: premier a 34 anni, terza donna e la più giovane della storia a guidare il governo finlandese, espressione di una generazione nuova di leader che va dall’Austria del cancelliere Sebastian Kurz, anni 33, alla Nuova Zelanda della premier Jacinda Ardern, 39. In piena pandemia.
I riflettori non la intimoriscono.
Tra le principali abilità che le sono riconosciute c’è l’uso disinvolto ed empatico dei social. Nelle foto su Instagram mangia zucchero filato, legge Agatha Christie, allatta la figlia Emma, sorride in abito da sera accanto al compagno Markus. Quando nel dicembre 2019 il Partito socialdemocratico l’ha scelta per succedere al premier Antti Rinne, travolto dallo sciopero delle Poste, prima di accettare Sanna ha telefonato a Markus. È lui l’addetto alle emergenze che deve conciliare lavoro (in una società di comunicazione) e cura.
L’estensione del congedo parentale a 164 giorni in un’ottica di equità temporale e retributiva tra i genitori è stata la prima promessa mantenuta del governo di coalizione formato da socialdemocratici,
giocare la partita identitaria su un piano sottile. Donna, millennial, working class, figlia di genitori separati (il padre ebbe problemi di alcolismo) cresciuta con la madre e la nuova compagna, prima laureata in famiglia (per pagarsi gli studi in Scienze dell’Amministrazione lavorava in panetteria), quintessenza dell’anti-establishment senza slabbrature populiste: è la sua semplice storia personale a incarnare l’orgoglio finlandese come condivisione di un’idea di cittadinanza, consapevolezza di partecipare a un progetto di giustizia sociale e uguaglianza. La sua ascesa è frutto di una rete che promuove responsabilità individuale e solidarietà, difende istruzione pubblica e asili nido gratuiti. È la Finlandia in cima alle classifiche della felicità, il Paese che non ammette corsie preferenziali, livella le condizioni di partenza e regala alle madri la scatola con il kit per il neonato emblema nazionale. Non un sistema perfetto, immune da squilibri e pregiudizi, ma funziona. Al propagarsi dell’epidemia non mancano le critiche di chi invoca maggior fermezza ma a metà aprile, dopo tre settimane di lockdown poi allentato per la regione focolaio di Helsinki, le misure limitano il contagio a circa tremila positivi e sessanta vittime. La ministra delle Finanze Katri Kulmuni illustra un piano d’emergenza da oltre quattro miliardi di euro per sostenere imprese e lavoratori a fronte di centomila persone in cassa integrazione e mezzo milione di posti a rischio nel breve termine.
Le misure
Le famiglie in difficoltà con figli sotto i dieci anni riceveranno un assegno mensile di 700 euro. Sessanta milioni sono destinati a occupazione giovanile, sport e cultura. Per il 2020 si stima un calo delle entrate fiscali di quasi cinque miliardi. La premier riafferma le priorità per i prossimi tre anni: welfare e ambiente, con l’obiettivo della neutralità carbonica (emissioni zero) entro il 2035. L’ecologismo
è una componente fondamentale nella visione di Sanna, che ha scelto la politica spinta dalla frustrazione per il disinteresse dei governi, in consonanza con Greta Thunberg. «Il surriscaldamento climatico è la questione centrale per la mia generazione e per i più giovani», ha detto in un’intervista a Vogue, «Il nostro Muro di Berlino». Tra i punti programmatici dei nazionalisti c’è anche la difesa del consumo di carne rossa. Coerente con le premesse ambientaliste, Marin è vegetariana. Altri segni particolari: la passione per la cucina, l’amore per le passeggiate nei boschi e il metal alternativo della rockband Rage Against the Machine, dichiaratamente anticapitalista.
La missione
La missione è riconquistare i moderati ed evitare nuove fratture, senza depotenziare la carica di entusiasmo rivoluzionario che alla Finlandia ha già fatto bene. Cambiamento non solo a parole.