FUSILLI CON NOCCIOLE, NOCI E PINOLI
Che la pasta saltata in padella assuma tutto un altro sapore, è verità
oramai incontrovertibile. Provate
a smentire che qualunque sugo
diventa più speciale se ben mantecato
in un recipiente profondo,
meglio ancora un wok. Ricordo
che qualche tempo fa avevo trovato
degli asparagi in frigo. Era estate. E non sapevo cosa farci. Non avevo voglia di farli, come al solito, al vapore. E così mi lanciai in una ricetta che poi è diventata un grande cavallo di battaglia nella mia famiglia: fusilli con asparagi, pinoli e mandorle. È per questo che quando ho scoperto la ricetta
di Alessandra Avallone, nostra bravissima
home economist che ci segue
Cook, me ne sono innamorata all’istante.
su quasi tutti i servizi di
Come potevo non farlo? Intanto per la scelta della pasta, i fusilli: secondo me sono imbattibili nel catturare il sugo e conservarlo al loro interno fino a quando non approdano nella bocca del ben capitato.
Anzi, se devo dirvi la mia,
io li trovo ancora più buoni nella
versione integrale, che fornisce
quel giusto tocco di ruvidità casereccia
a me molto gradito. E poi, il resto degli ingredienti, mi parlano di casa mia. Di mia nonna Angela e dei suoi oramai famosi (suo malgrado) spaghetti di Natale. Quelli che lei scherzosamente chiamava: il secchio da’ munnezza.
Tradotto dal napoletano: il
secchio della spazzatura. Li faceva
quasi sempre dopo le feste, saltando
in padella tutta la frutta secca
avanzata e aggiungendo qualche
filetto di acciuga. Pesce che un
tempo, non
dimentichiamolo,
rappresentava le vongole dei poveri.
Lei però ci metteva anche i
pomodorini, quelli del piennolo.
In questa ricetta di Alessandra,
invece, mancano. Possiamo dire
che sembra quasi la versione in bianco di quella di mia nonna. Per il resto, è un patto povero e semplice che però è anche carico di tante cose che fanno bene : la frutta secca, le acciughe…
Se volete aggiungere poi alla
cremosità della preparazione un
tocco che la renda speciale, vi
basterà una grattugiata di pepe
fresco fatta all’ultimo momento.
O anche (a me non dispiace) del
peperoncino fresco.