TORNERANNO I CONCERTI LIVE (IL PUBBLICO È GIÀ PRONTO)
Durante il primo degli aperitivi virtuali di 7 Emma era visibilmente emozionata quando parlava del suo concerto all’Arena «rinviato non cancellato» in cui avrebbe dovuto festeggiare 10 anni di carriera (e il compleanno). Era preoccupata anche per tutti i lavoratori che stanno dietro le quinte, “la famiglia” di un tour. Stessa preoccupazione espressa da Laura Pausini con un appello al Governo, ripreso da Fiorello, Elisa e tanti altri, per “garantire dignità ai lavoratori dello spettacolo”.
La cancellazione di festival come Coachella e Glastonbury e lo slittamento di show come quello dei Pearl Jam all’estate 2021 sono il simbolo di un settore che è stato azzerato e sarà probabilmente uno degli ultimi a ripartire. Se lo sport può giocare a porte chiuse, se cinema e teatro possono pensare (con che perdita economica?) di ridurre la capienza di una sala, il concerto ha bisogno della condivisione, e via, anche del sudore.
Quella in arrivo sarà la prima estate senza musica dal vivo? Nulla è ancora stato deciso ufficialmente (e di questo si lamentava Tiziano Ferro da Fazio chiedendo garanzie per il settore) ma voi vi infilereste in mezzo ad altre 30 mila persone? Un sondaggio realizzato da Billboard/Mrc-Nielsen negli Stati Uniti prova a dare una risposta. Il 59 per cento degli intervistati tornerebbe a un concerto entro due mesi dalla fine della pandemia o dall’arrivo del vaccino. Bel segnale per chi è abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma c’è un 18 per cento che aspetterebbe 3-4 mesi e un 21% che ne lascerebbe passare almeno 5 (un 2% che dice mai più).