CRIMINI NAZISTI E VIENNA ASBURGICA DUE GIOIELLI FIRMATI WEISS E HORVÁTH
La Fondazione Teatro Due Classic di Parma per la Liberazione propone l’opera cult L’Istruttoria del drammaturgo tedesco, ispirata al processo di Francoforte a SS e funzionari di Auschwitz. Primo Maggio con Le Fiabe del Bosco Viennese: l’autore austriaco racconta di famiglie crudeli e disperate
Nello spazio chiamato Teatro Due Classic – sul sito web e sui canali social della Fondazione Teatro Due –, il 23, 24 e 25 aprile dalle ore 20.30 a mezzanotte verrà proposto lo spettacolo cult L’Istruttoria di Peter Weiss, (foto sopra) messo in scena per la prima volta nel 1984 con la regia di Gigi Dall’Aglio.
Capolavoro del teatro documentario europeo e atto di denuncia contro i crimini nazisti, L’Istruttoria venne scritto da Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte, dal 1963 al 1965, contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz. Le 183 giornate del procedimento in cui vennero ascoltati 409 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, rappresentarono il primo tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, imputabili a esecutori di ogni grado attivi nei recinti del lager.
Da quasi quarant’anni, a ogni nuova stagione teatrale L’Istruttoria torna sul palco del Teatro Due di Parma, dove gli attori accompagnano le diverse generazioni nell’inferno di Auschwitz, in un viaggiotragedia della Storia contemporanea in cui non può compiersi catarsi alcuna.
Il successivo appuntamento con Teatro Due Classic sarà con Le fiabe del Bosco Viennese ( foto sotto) dello scrittore e drammaturgo austriaco Odon von Horváth, regia di Walter Le Moli (1, 2 e 3 maggio dalle ore 20.30 a mezzanotte). Per Horváth (1901-1938) fu un ritorno esplicito all’orizzonte della Vienna asburgica della sua infanzia: asfittica, ideologica, crudele, in attesa del nazismo per potersi scatenare. Il dramma racconta le vicende di un gruppo piccoloborghese alle prese con ambigue relazioni familiari, amorose e commerciali; protagonista una giovane donna, Marianne, che manda in fumo il fidanzamento organizzato dal padre, venditore di giocattoli, con Oskar, macellaio, perché si è innamorata di un damerino di nome Alfredo, uno scommettitore perdigiorno che non ha intenzioni serie nei suoi confronti. Un errore che a Marianne costerà caro, e per il quale si vedrà trascinata nella vergogna e nella miseria.