LA SCUOLA DIMOSTRI UN PO’ DI AMBIZIONE
È più pericoloso, di questi tempi, andare a scuola o non andarci? Ridotta all’osso, la questione è tutta qui. Diritto alla salute “contro” diritto all’istruzione. Finora non c’è stata scelta. Di fronte al dilagare della pandemia da Covid-19, la decisione non poteva che essere una: chiudiamo le scuole, mettiamo al sicuro bambini e ragazzi e, con loro, madri, padri e nonni. Ma ora che si inizia a intravvedere una luce in fondo al tunnel, ora che il contagio sta rallentando un po’ ovunque, è il momento di decidere e la politica deve uscire dall’angolo in cui era stata cacciata dall’emergenza e fare il proprio mestiere: immaginare soluzioni a misura della nuova e più lunga fase che abbiamo davanti, quella in cui dovremo convivere con il coronavirus.
Mentre alcuni nostri vicini, dalla Danimarca alla Germania alla Francia, hanno deciso di strappare in avanti riaprendo le scuole secondo geometrie variabili (prima i più piccoli o prima i più grandi, prima alcune regioni e poi altre), noi abbiamo scelto di non prendere rischi: l’anno scolastico è agli sgoccioli, il gioco non vale la candela, troppe incognite e incertezze. Ma ora abbiamo davanti 4 mesi per progettare il rientro e dobbiamo tornare a porci la domanda di partenza spostando però l’accento sull’importanza di andare a scuola. Perché è solo stando in classe con i loro compagni e i loro prof che i nostri figli possono davvero imparare, a furia di sbagli e per forza di imitazione. Con l’istruzione è in gioco un diritto fondamentale: quello al “pieno sviluppo della persona umana” così ben tratteggiato dai padri costituenti.