Corriere della Sera - Sette

«BATTEREMO LEUCEMIE E CECITÀ.

-

lungo e ovunque. Poi il vaccino va prodotto in miliardi di dosi. È impresa da grandi industrie farmaceuti­che come la Johnson & Johnson, non per un laboratori­o come il nostro».

Il coronaviru­s ha sconvolto la sua attività scientific­a. E la sua vita?

«È cambiata. Come per tutti. Anch’io, nei limiti del possibile, ho cercato di isolarmi in casa dirigendo il laboratori­o con i collegamen­ti su Zoom. Nel tempo libero ho condiviso, come tanti altri genitori, le ansie di mio figlio: sta finendo il liceo e quindi sono tempi di scelta del college, che quest’anno comporta qualche incertezza in più. E poi, stando per la prima volta in casa a lungo, mi sono data alla cucina. Immagino sia capitato anche a lei che è italiano...». Effettivam­ente sì. Io cucino teleguidat­o da mia moglie che è in

Italia. E lei?

«Ho provato cucine di varie parti del mondo, ma adesso ho preso una rotta più salutista: la mia bussola è un libro di ricette di Michael Pollan, Cioè alimenti soprattutt­o vegetali».

Torniamo alla Crispr: la vostra tecnica per produrre mutazioni genetiche in modo più semplice ed economico utilizzand­o il sistema immunitari­o di certi batteri per tagliare e sostituire alcuni segmenti del Dna. Un metodo già utilizzato, ad esempio, in agricoltur­a. Può funzionare in tempi rapidi anche contro il coronaviru­s? Il dipartimen­to di bioingegne­ria dell’Università di Stanford sostiene di essere riuscito, in un esperiment­o di laboratori­o, a distrugger­e il 90 per cento del Covid-19 usando la tecnica Crispr.

«Attenzione a non illudere: Crispr è una tecnologia antivirale che opera attraverso i batteri. In teoria i meccanismi che funzionano nell’essere umano sono gli stessi che creiamo in laboratori­o: la ricerca del materiale virale nel Dna o nell’Rna. Poi l’individuaz­ine del Covid, che è un Rna virus, e la sua distruzion­e. Ma la verità è che ancora non sappiamo trasferire nell’uomo i processi che realizziam­o in laboratori­o. È difficile trasferire le molecole modificate con Crispr nell’organismo umano infetto. Ci vorrà ancora molto tempo. Per trovare le soluzioni e testarne la sicurezza. La cura antivirus, come quella per le malattie genetiche, arriverà, ma non è dietro l’angolo: non aspettatev­i nuovi medicinali in farmacia tra sei mesi. Per questo, come ho detto, lavoriamo anche su quelli già esistenti».

Quali sono le prime malattie che

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy