Corriere della Sera - Sette

ABUSERÒ ANCORA DEL MIO POTERE»

- Di TOMMASO LABATE

«Prenda i droni. A un certo punto si sono messi tutti a usare i droni, tutti scienziati del dopo. Ma chi è stato il primo a farli volare in cielo per controllar­e i cittadini, chi?». Lei?

«Già, io. È una questione di psicologia spicciola, che un sindaco deve saper maneggiare. Tu, cittadino, devi sapere che io ti controllo. Qualsiasi cosa tu faccia, se stai violando la mia ordinanza, io ti vedo. La vecchia storia del bastone e della carota, di fronte a un’emergenza come il Covid-19, non funziona. Solo bastone, punto. Quando è a rischio la salute della mia comunità non guardo in faccia a nessuno. E preferisco bastone e basta, chiudere tutto per poi magari fare la sorpresa che si apre, se si può. E non illudere i cittadini, dare loro la caramella delle riaperture per poi essere costretto, semmai, a deluderli».

Il catenaccio di Cateno De Luca, sindaco di Messina, è diventato uno dei romanzi d’appendice dell’ultimo bimestre. Il sindaco che ha chiuso tutto e subito, che ha innescato una guerra senza quartiere contro governator­e regionale, prefetto, governo centrale e chi più ne ha più ne metta.

Messina governata col pugno di ferro. Come in Cina, come Wuhan.

«Sì. Ma senza i contagi di Wuhan. Ho salvato la città».

Ha anche abusato dei suoi poteri di sindaco.

«Senta, io non so che cosa fa un sindaco quando vede a rischio l’incolumità della propria cittadinan­za. Le posso dire che cosa faccio io. Preferisco abusare del mio potere e fare anche l’impossibil­e che non rimanere fermo».

Si è messo all’arrivo dei traghetti a fermare con posa mussolinia­na quelli che provavano

per strada alle 18 e 01” e loro in tv guardavano gli altri che nel resto d’Italia quasi uscivano di casa liberament­e. Io facevo a cazzotti col mondo, prendendom­i gli insulti per aver sospeso le visite agli ospedali e alle residenze per anziani, gli altri facevano aperitivi». Pugno di ferro senza neanche il guanto di velluto.

«L’ho detto chiaro e tondo ai messinesi. Voi siete in libertà vigilata. So che la formula dava fastidio, so che sono parole dure ma io, quando si tratta di emergenze serie come questa, non voglio dare illusioni a nessuno. Adesso all’inizio. La salute dei messinesi viene prima di tutto. E se devo scegliere di nuovo se abusare del mio potere o stare fermo a subire rischi assurdi, guardi, scelgo di nuovo la prima».

A ogni costo?

«Se tu vieni a Messina da fuori, io devo sapere come stai, come sei stato, da dove vieni, chi hai frequentat­o, se sei a rischio, se lo sei stato. Tutto devo sapere».

“E più non dimandare”, per dirla con Dante.

«Fino a che ci sarà il pericolo, dove sono sindaco io si fa così».

 ??  ?? VITA
È nato a Fiumedinis­i (Messina) il 18 marzo 1972.
Inizia la carriera politica a 18 anni, quando viene eletto consiglier­e comunale nel suo paese natale. A 22 anni viene nominato assessore nello stesso comune. Perde le elezioni a primo cittadino nel 1998, ma si ricandida e vince nel 2003. Governa Fiumedinis­i fino al 2011. Nel 2012 diventa sindaco di Santa Teresa di Riva e rimane in carica fino al 2017
VITA È nato a Fiumedinis­i (Messina) il 18 marzo 1972. Inizia la carriera politica a 18 anni, quando viene eletto consiglier­e comunale nel suo paese natale. A 22 anni viene nominato assessore nello stesso comune. Perde le elezioni a primo cittadino nel 1998, ma si ricandida e vince nel 2003. Governa Fiumedinis­i fino al 2011. Nel 2012 diventa sindaco di Santa Teresa di Riva e rimane in carica fino al 2017

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