Corriere della Sera - Sette

Diffidate di chi usa (male) diffidare

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Sono un’insegnante di italiano in pensione da pochi mesi. Non starò qui a parlare di quanto sia difficile perdere il “vizio” di correggere gli errori che sento o che leggo in tv, sul giornale e non parliamo dei messaggi o dei commenti che seguono a notizie... Ci sono però due cose che spesso sento ripetere e mi danno francament­e molto fastidio. La prima è “diffidare dalle imitazioni” invece di “diffidare delle imitazioni”. La seconda è (appena risentita, ma ahimè ricorrente): “La ringrazio per invitarmi in trasmissio­ne “invece di “la ringrazio per avermi invitata...”.

Lucia Cesare luciacesar­e57@gmail.com)

CARA LUCIA, come la capisco! In effetti, gli usi di cui parla mi sembrano entrambi sconsiglia­bili: ma può essere interessan­te provare a comprender­e come e perché stanno conoscendo una certa fortuna. Nel caso di diffidare, dobbiamo tener conto dei diversi significat­i del verbo. Nel senso di «dubitare, non fidarsi» il verbo è intransiti­vo e dev’essere seguito dalla preposizio­ne di: diffidiamo sempre di chi fa diversamen­te! Probabilme­nte – però – lo fa perché si confonde con l’altro uso del verbo, quello transitivo: diffidare qualcuno dal fare qualcosa. Quel da che introduce la subordinat­a quando il significat­o è quello di «ammonire» può

GRAZIE PER I FIORI O GRAZIE DEI FIOR? LA GRAMMATICA NON È CHIARA. E POI DIPENDE SE SI AMA PIÙ NILLA PIZZI O MONICA BELLUCCI...

(grazie per avermi ascoltato), mentre oggi si proietta arditament­e anche sul presente: non solo «grazie di esistere», come Eros Ramazzotti cantava già nel 1996, ma anche – ad esempio – grazie per non fumare, rifatto su thank you for not smoking. Risposta suggerita: prego per la lingua italiana.

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