Da Google a Netflix il web che mi consola
Immaginatevi una trentina d’anni fa, chiusi in casa e con la televisione e la radio come uniche finestre che vi avrebbero conservato un contatto con il mondo, con gli affetti, con le persone, con l’informazione, con lo spettacolo, con l’intrattenimento, coi contatti immediati. Immaginate la tristezza, la desolazione, la disperazione, e quanto ne saremmo usciti peggiori. Ma la tecnologia non piove dal cielo, perché è un prodotto del progresso, del benessere, dell’economia, della ricerca applicata, del consumo. Fa parte di quello “stile di vita” che i monaci del Nuovo Medioevo penitenziale vorrebbero mortificare e punire.
Eppure. Grazie a YouTube rivedo scene di film, spezzoni di partite napoleoniche della Juventus contro l’Aston Villa o contro il Valencia, pezzi comici, concerti, risse televisive degli anni Novanta, ascolto colonne sonore, brani di Sanremo, gag di Totò, gorgheggi di Mina, pezzi di B-movie anni Settanta: altro che finestra sul mondo, è un magazzino inesauribile, una fonte di conoscenza meravigliosa. Siamo soli, ma con YouTube siamo meno soli. E poi la cornucopia di Netflix o quella di Sky: una quantità smisurata di serie, di fiction, un repertorio di film d’autore vastissimo, cioè conoscenza, cultura, memoria, non solo svago. Poi svago, certo: su WhatsApp conversazioni, scambi, messaggi, e anche un po’ di cazzeggio, un torrente di allegati molto spesso scemi che però spezzano la tetraggine della reclusione. E poi le informazioni in diretta, non solo dell’Italia, i siti dei giornali stranieri. E poi quell’attività che confesso sta diventando in me neofita, ossessiva, che poi sarebbe il googlare che si pronuncia guglare. Una consultazione permanente di dati importanti o anche futili, importanti perché è un fantastico archivio, futili (apparentemente) perché appena voglio sapere l’età di un grande attore, la filmografia completa di un regista anche non celeberrimo, l’elenco dei vincitori del Premio Strega degli ultimi 40 anni, l’elenco dei presidenti americani dopo l’uccisione di Lincoln, la produzione di libri di una casa editrice anche piccola, appena mi viene voglia di levarmi lo sfizio di un’informazione immediata, il mio guglare me lo permette, e con grande godimento, ancora maggiore se costretti a sopravvivere rinchiusi in casa.
E poi ci sono quelle invenzioni che fino a questa tragedia non avevo mai voluto usare, ma che sono contatti con le persone care, con gli amici, come Skype o Zoom. E poi ci sono gli ebook, di cui di
Provate a domandarvi, gentili svalutatori della modernità e del progresso, con quanta maggiore sofferenza avreste vissuto la reclusione di massa, gli arresti domiciliari anti-virus, senza il conforto e l’incommensurabile aiuto che vi ha fornito la tecnologia del web.
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