Corriere della Sera - Sette

QUEI VITIGNI SICILIANI AFFINATI NELLA CANTINA DEL RE

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“Che cosa beve un re?”. Con questa domanda in testa, il vignaiolo siciliano Diego Cusumano è salito sulla Piana degli Albanesi, a quota 800 metri. Dall’altopiano all’ombra del monte Pizzuta, teatro di giorni tragici come quello della strage di Portella delle Ginestre, Diego ha fatto rivivere la passione vinicola di Ferdinando IV. Il re nell’Ottocento fece costruire la Cantina Borbonica di Partinico, producendo vino con l’uva di Ficuzza. «Nei documenti della Real Casina di caccia di Ficuzza», racconta Diego, «non ci sono documenti sui gusti enologici del sovrano. Ho pensato Ferdinando IV fosse legato ai vitigni tipici, Inzolia, Grillo e Zibibbo. Così li abbiamo vinificati separatame­nte e poi affinati insieme. Ecco come è nato il Salealto». È il nome del nuovo arrivato nella batteria dei vini di Diego e del fratello Alberto Cusumano, affiancati dall’enologo Mario Ronco. «Si chiama così per la sapidità e per l’altitudine della zona da cui proviene», spiega Ronco. «È il frutto di una sperimenta­zione durata tre anni alla Scuola enologica di Alba. Abbiamo raccolto 15 grappoli, con una procedura sterile. Dopo test e microvinif­icazioni sono stati selezionat­i e brevettati lieviti che garantisco­no riconoscib­ilità al nostro vino».

Tenuta Ficuzza è stata aperta dai Cusumano nel 2000. Circa 6.000 ettari di bosco, e i vigneti vicini alla dimora di campagna dove ancora ci sono le botti di Ferdinando IV. «In questo periodo», si rammarica Diego Cusumano, «per una cantina come la nostra che vende il 95% delle bottiglie a ristoranti e alberghi, il blocco è quasi totale, l’ecommerce aiuta in minima parte. Pensavamo di lanciare l’annata 2018 al Vinitaly, ma la fiera è stata rinviata di un anno. Così abbiamo deciso di preparare comunque le nostre 6.000 bottiglie di Salealto e farne un simbolo di rinascita. Le prime saranno inviate al primo ristorante che ripartirà. È il minimo che possiamo fare dopo mesi con il telefono che non suona e il trolley che usavo per girare il mondo tristement­e chiuso nell’armadio». Poi si troverà anche nelle enoteche, a circa 38 euro. Salealto è un vino diretto e di grande bevibilità, balsamico e fresco, con un tocco aromatico regalato dallo Zibibbo. Promette longevità, come il regno di Ferdinando IV che durò 65 anni.

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