L’AVER CONTRATTO IL VIRUS MI HA ALLONTANATO DALLA PRIMA LINEA: NON HO AVUTO PAURA, MA ERO ARRABBIATO
con il virus che mi allontanava così vilmente dalla prima linea, ma almeno avevo protetto mia moglie e le mie figlie, lontane da me ormai da mesi, da un possibile contagio. Da casa non è lo stesso, non ho potuto più esserci, farmi vedere, parlare con tutti. Sono riuscito solo a supportare alcuni aspetti organizzativi. Essere lontano dai miei pazienti, non poterli vedere e aiutare in prima persona è stato difficile. Non ho avuto paura, registravo quotidianamente i miei sintomi con attenzione come avrei fatto con qualsiasi malato, sapevo cosa avrei dovuto fare nel caso di disturbi importanti, ero tranquillo ma il mio pensiero era altrove, in ospedale. Per fortuna questo è avvenuto quando l’onda d’urto stava affievolendosi e la maggior parte delle attività erano già ben organizzate e funzionanti.
Allora ho avuto più tempo finalmente per dormire e pensare a tutto quello che era accaduto in soli due mesi. Un tempo infinito di separazione da mia moglie e dalle mie figlie, anche questo scotomizzato per non permetterti emozioni quando devi concentrarti sugli altri. È stato in quei giorni di quarantena che ho infine capito quanto profondamente i vissuti di queste settimane mi abbiano cambiato priorità, pensieri, sensibilità, emozioni, perfino interessi professionali e di ricerca. Io sono una persona diversa. Domani sarà un mondo diverso, dipende solo da noi che sia migliore.