COME IL VENETO. CI HO PERSO IL SONN0»
«Glielo dico subito, io non ritiro un bel nulla».
Ha fatto un’ordinanza piena di ristoranti e bar che aprono, i tavolini all’aperto. Mentre nel resto d’Italia...
«Io sono stata una delle prime a chiudere la mia regione e mi hanno attaccato da tutte le parti. Ci ho perso il sonno. Avevo chiarito che, se le cose fossero andate bene col contenimento del contagio, avrei restituito un po’ di libertà ai calabresi. Ecco qua, l’ho fatto».
Il governo, a Roma, s’è arrabbiato.
«Se vogliono, possono solo impugnare l’ordinanza e poi vediamo come va a finire».
Alle 15 e 15 minuti di giovedì 30 aprile 2020, Jole Santelli è il nome più citato da giornali, telegiornali, radio e siti web. L’ordinanza con cui ha riaperto i bar e i ristoranti calabresi ha fatto il giro d’Europa. Fiorello ci ha costruito su una delle sue battute geniali: «Vado a mangiare una pizza a Vibo Valentia».
Nella fase più complicata dell’emergenza Covid-19, tra gli incubi della governatrice di Forza Italia c’erano i morti. I tanti morti che la sua regione ha rischiato di contare, come altre regioni del Sud. Poi l’onda anomala del contagio si è fermata anche grazie a un modello di contenimento, il suo, celebrato nientemeno che da un articolo del
Chiudere i confini della Calabria a chiunque, in entrata e in uscita, anche per i residenti. Riavvolgendo il nastro alle settimane passate: quanto ci ha pensato su prima di chiudere i confini della Calabria?
«Tempo per pensare troppo non ce n’era. Conte parla a mezzanotte passata, io ero davanti alla tv come tutti gli italiani. Alle due di notte firmo l’ordinanza che chiudeva la Calabria. Mi lasci dire che sono or