GLI "ESSENZIALI" UN DEBITO DA ONORARE
Torniamo a parlare dei rider anche in questa stagione segnata dall’epidemia. I ciclo-fattorini del cibo hanno lavorato durante il lockdown come-se-niente-fosse, sono stati almeno all’inizio l’esile filo che ha tenuto in piedi i rapporti tra la ristorazione e i consumatori. Ma via via che passavano i giorni i rider sono diventati qualcosa di più. Intanto è cambiata la loro composizione: i giovani italiani sono rimasti chiusi in casa e sono stati i fattorini immigrati ad assicurare la continuità del servizio. Questo mutamento ha fatto sì che i rider fossero percepiti più di prima come gruppo, come una presenza sociale “densa” nelle strade deserte. Dal punto di vista del business giorno dopo giorno alla consegna del cibo si è aggiunto il servizio di pony express.
Chiunque volesse mandare un libro, una mascherina, un dolce fatto in casa a un congiunto dall’altra parte della città ha trovato naturale rivolgersi a Glovo o a una delle altre sigle. E di conseguenza i rider sono diventati una rete di comunicazione che si è affiancata al sistema dei taxi in ambito privato e alle reti pubbliche a cominciare dal trasporto. Una novità non da poco che ha sancito un passaggio interessante: mentre prima il ricorso ai rider era considerato uno sfizio o addirittura un lusso e aveva una sua platea “moderna” di utenti, con i nuovi compiti sotto lockdown il ciclo-fattorino è diventato una figura alla portata di tutti. E non solo nella metropoli ma anche nei piccoli centri urbani. Abbiamo assistito a una democratizzazione del servizio e ovviamente a una sua estensione. Il rider è diventato un Essenziale, come gli altri nove milioni di infermieri, cassiere, conducenti di Tir, autisti di tram, poliziotti, manutentori dell’elettricità e delle telecomunicazioni. Un Essenziale che, in qualche caso, è stato costretto a scioperare per avere in dotazione le mascherine.
Comunque messi tutti insieme i lavoratori no stop sono stati una grande “infrastrut
INFERMIERI, CASSIERE, CONDUCENTI DI TIR E TRAM, POLIZIOTTI, RIDER: DURANTE IL LOCKDOWN CI HANNO TENUTI INSIEME (E IN VITA)