E MIA SUOCERA (A 91 ANNI)
che un pezzetto di pane); quando fa i lavori di casa (mia suocera è instancabile e non può stare ferma mai, per nessun motivo) i cani la seguono o sonnecchiano nei pressi; se stende i panni o se si riposa su una panchina del giardino, eccoli di nuovo attorno a lei; quando fa una passeggiata più lunga, fino alla casa del vicino o per i sentieri di campagna, i cani la seguono e la scortano e non si allontanano da lei finché non è di nuovo a casa. Mia suocera parla con loro, li carezza, li chiama (“Andiamo!”, e tutti e tre si mettono in fila come soldatini), li sgrida proprio come se fossero nipotini, li tollera quando diventano un po’ troppo invadenti, e almeno due volte al giorno mi chiede se hanno mangiato. C’è qualcosa di incredibile, e di meraviglioso, in questa trasformazione.
Senza mediazioni
L’aspetto che forse mi colpisce di più, e che mi sembra etologicamente significativo, è che l’incontro fra i due mondi è avvenuto senza alcun tipo di preparazione o di addestramento, e anzi senza neppure che mia suocera l’avesse deciso: semplicemente, hanno cominciato a comprendersi, a costruire un legame, a riconoscersi reciprocamente, ad andare d’accordo. I nostri cani sono educati e socievoli, e questo ha senz’altro facilitato la situazione: i maremmani-abruzzesi, poi, sono abituati da millenni a custodire e a proteggere il gregge e capiscono al volo quando si aggiunge una nuova pecora. Ma, a parte queste favorevoli (e comunissime) condizioni di partenza, né mia suocera s’è fatta raccontare come comportarsi con un cane, né io sono mai intervenuto per agevolare il suo rapporto con loro o per spiegare ai cani cosa dovevano o non dovevano fare: semplicemente, Bonnie, Stella, Sandro e nonna Loli si sono osservati per un po’, hanno trovato il modo di comunicare tra loro e nel giro di qualche settimana sono diventati vecchi amici. Ne deduco che tutti noi, in un modo o nell’altro, abbiamo bisogno della compagnia di un animale: se è così facile intendersi, se si può cominciare a novant’anni e se basta una manciata di giorni per andare d’accordo, vuol dire che siamo naturalmente predisposti a farlo, persino indipendentemente dalla nostra volontà. La natura ci ha costruiti così: siamo nati socievoli, non soltanto con i nostri simili ma anche con gli altri animali: e prima o poi abbiamo la fortuna di scoprirlo.